Visualizzazione post con etichetta Paolo Portoghesi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Paolo Portoghesi. Mostra tutti i post

25 marzo 2015

Bramante a Roccaverano

L'anno 2014 è stato il cinquecentesimo dopo la morte di Donato Bramante (1444-1514), personaggio chiave dell'architettura rinascimentale italiana, che, come ha scritto Paolo Portoghesi in un articolo per il cinquecentenario apparso su Domus con le sue opere mature ha messo in crisi il pluralismo regionale che aveva caratterizzato l’architettura quattrocentesca italiana e al quale egli stesso aveva dato un importante contributo, non per resuscitare l’architettura romana – come si credeva un tempo – ma piuttosto per ‘superarla’, utilizzando le regole vitruviane e l’esempio dei monumenti antichi in una nuova sintesi, forgiata sul modello della Chiesa, dotata quindi del crisma dell’unità e dell’universalità. […]
Bramante è entrato nella storia come fondatore di un nuovo linguaggio diffuso gradualmente in tutta Europa.



15 luglio 2013

le colpe degli architetti

C'è chi imputa a noi urbanisti e architetti la colpa di aver creato la periferia, realizzando nelle aree periurbane immeni casermoni-dormitorio, senza servizi e spazi pubblici […]

 
 Gli architetti, noi architetti, abbiamo grandi colpe. Imperdonabili. E la principale è proprio di aver creduto di poter "plasmare" la vita, i gusti, i desideri di chi abita gli spazi che progettiamo. Ottusa presusnzione di onnipotenza che ci ha portato a trasformare utopie personalissime in macigni di cemento armato. Ma è così difficile capire che ogni qual volta ci si accusa di aver generato - da soli - i mostri del degrado urbano non si fa che alimentare questa presunzione? Come se spettasse a noi architetti - chiamati al Riscatto - la soluzione dei mali da noi stessi provocati. Come se non fosse più salutare riconoscere finalmente la marginalità e addirittura l'irrilevanza della nostra azione nella società della moltitudine, nella città dei mille poteri. […] (Stefano Boeri, L'anticittà, 2011)