Alla luce del panorama odierno dell'architettura in Italia e in Spagna e della scarsa conoscenza, dovuta a motivi storici e ideologici, dell'architettura italiana e soprattutto romana degli anni cinquanta, la vicenda professionale di Julio Lafuente è piuttosto incredibile.
Molti si sono accorti dell'esistenza di Julio Lafuente solo in tempi recenti grazie alla "condanna" un tempo quasi certa alla demolizione delle sue tribune che si trovano dove dovrebbe sorgere il nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle.
Il racconto segue il filo dei miei incontri, quasi sempre casuali e a distanza di anni, con le architetture di Lafuente, inquadrati però a posteriori nella vicenda dell'architetto raccontata da tutti quelli che se ne sono occupati.
Julio Lafuente (1921-2013) |
Nel 1952 ad un architetto spagnolo che voleva andare a New York perchè
si era innamorato del Seagram Building di Mies e voleva costruire,
consigliarono la più vicina Roma dove l'architettura moderna si stava
sviluppando molto nei villini e nelle palazzine dei Parioli (Julio Lafuente: Visionarchitecture).
Ormai a Roma Lafuente si imbatte nella palazzina Girasole di
Moretti, ne rimane folgorato e decide di andare a lavorare per lui.
Brutti tempi però per Moretti che si lamenta di essere emarginato perchè
fascista, ha poco lavoro e pensa di trasferirsi a Milano. Gli consiglia
però, dopo averlo invitato a cena, di rivolgersi allo studio
Monaco-Luccichenti che lavorava molto e cercava sempre collaboratori, ma senza
dire che ce lo aveva mandato lui.
Villini a Santa Marinella (RM), 1953
Passeggiavo
anni fa a Santa Marinella fuori stagione quando mi sono imbattuto in
questi villini gemelli che ho immediatamente fotografato riconoscendone
il valore architettonico nonostante il degrado e ignorando di chi
fossero.
Sembra siano stati il test di ammissione
per Julio Lafuente allo studio Monaco-Luccichenti, evidentemente
riuscito, grazie ad un sapiente dosaggio di Le Corbusier e spirito
mediterraneo.
Via San Crescenziano, Roma 1950-52
Fronte su via Salaria |
Via San Crescenziano è una piccola strada privata del quartiere Trieste, zona piazza Vescovio, che nessuno conoscerebbe se non ci fosse una delle palazzine romane più famose. Indovinate un po’ di chi? Naturalmente dello studio Monaco-Luccichenti in una delle sue realizzazioni più eleganti e lecorbusieriane.
Quando
mi inoltrai anni fa nella stradina con la macchina fotografica e un
signore, forse un portiere, mi chiese subito: “che stai a cercà Monaco e
Luccichenti?”, notai subito anche la vicina, chiaramente anche lei di valore architettonico, con linguaggio e scelte formali
abbastanza simili.
A quanto pare però, nonostante il pellegrinaggio di
architetti e appassionati, quasi nessuno si era interessato alla
vicina, sulla quale invece io mi sono subito concentrato, povera palazzina vista ma
ignorata da tutti, ancora di più dopo aver apprezzato il bellissimo fronte
sulla Salaria visibile anche da villa Ada.
Si potrebbe ipotizzare che la
palazzina sia frutto delle prime sperimentazioni “espressioniste” di
Julio Lafuente nel nuovo studio romano.
L'ingresso alla palazzina Domus da via di San Crescenziano (foto sopra) è un piccolo gioiello
di eleganza, nella geometria, nel ritmo delle scansioni degli infissi,
nei materiali, nei colori e fa una splendida figura ancora oggi.
Via Vitellia, Roma 1955
Incredibilmente è successo un'altra volta. Ero
a Villa Pamphili "in borghese", senza macchina fotografica, per altri
motivi e anche con sentimento bucolico, ma non ho potuto fare a meno di
notare la palazzina che vedete nella foto.
Ho poi scoperto grazie al libro di Muratore e Tosi che è di Lafuente e Rebecchini, si trova in via Vitellia e risale al 1955, a conferma che la mia piccola ricerca si chiama Inseguendo Lafuente ma è lui che mi ha inseguito.
Ho poi scoperto grazie al libro di Muratore e Tosi che è di Lafuente e Rebecchini, si trova in via Vitellia e risale al 1955, a conferma che la mia piccola ricerca si chiama Inseguendo Lafuente ma è lui che mi ha inseguito.
Intensivo Trastevere I, Roma 1955
Intensivi Trastevere I-II, Roma 1955-57
La linea forse segna anche il
passaggio dal linguaggio 'razionalista' appreso e sviluppato nello
studio di Monaco e Luccichenti a partire dal 1953 a quello più 'organico'
che caratterizzerà la sua esperienza professionale autonoma.
Intensivo Trastevere II, Roma 1957
I balconi di forma trapezoidale diventano quasi una firma
per gli intensivi di Lafuente e forse sono stati anche il modo per
conquistare la completa indipendenza dai maestri Monaco e Luccichenti.
Villino Gargan, Roma 1958
Casa Tabanelli, Roma 1961
Villa a Palo laziale (RM), 1963
Villa Lancellotti, Palo Laziale 1963 |
Questo incontro con l'architettura di Julio Lafuente è stato probabilmente il più difficile da decifrare vista la distanza della sua opera dal recinto che costeggia la spiaggia. La dimensione della copertura però la fa notare e infatti ho catturato questa immagine inaspettata in una zona che frequento sin da bambino ma in un breve tratto di costa mai percorso prima.
Via di Villa Betania, Roma
Villa Fiorita, Roma 1965
Via Conca, Roma 1964
Quando ho affrontato in bici la
salita di via dei Monti Parioli non sapevo che Lafuente avesse
realizzato questo piccolo complesso residenziale e infatti non stavo
cercando lui ma ho imboccato questa piccola strada senza uscita e verso
la fine ho notato e fotografato questa architettura particolare, ben
calibrata ma piena di inventiva e personalità scoprendo poi che era sua.
Finestre verticali |
Intensivo via Ippolito Nievo, Roma 1974-77
Le foto sono tutte mie - @dovelarchitetturaitaliana,
Stefano Nicita - tranne quelle delle tribune di Tor di Valle e del
ritratto di Lafuente, citate tramite link.
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