28 gennaio 2013

intervista a Gropius



Il filmato è della Rai. Il filosofo Emilio Garroni intervista Walter Gropius in occasione di una mostra sul Bauhaus a Roma. Si tratta di un'intervista su argomenti di una certa importanza, gestita quindi con serietà, ma allo stesso tempo con un tono leggero e privo di qualsiasi enfasi o linguaggio involuto, sia da pare dell’intervistato che dell’intervistatore, che pure sono degli intellettuali e non nascono certamente come divulgatori.

Gropius afferma che l’architettura è sempre stata lo specchio della società, ma ciò non vuol dire che essa non possa anche influire sulla società stessa.
Garroni poi introduce l'argomento dell'accostamento di stili diversi nella città, sottolineando come il passato offra numerosissimi esempi di felice convivenza e chiede all'architetto cosa cambia con l'inserimento nella città di un edificio moderno. Gropius risponde che è possibile inserire un edificio moderno in un contesto storico anche "oggi", a condizione però che si tenga conto dei due fattori più importanti per la riuscita dell'intervento, la scelta dei materiali e la scala, cioè il rapporto degli edifici tra loro, con l’ambiente e con l’uomo. Osserva con soddisfazione come il centro di Roma, che ha avuto occasione di visitare più volte nel tempo, non sia stato "distrutto" dall’inserzione di grandi edifici in scala sbagliata, cosa che purtroppo è successa in tante altre grandi città. Parla poi dell’avvento dell’auto e dei problemi di scala che ha creato progettare la città a misura dell’auto invece che dell’uomo, creando interi quartieri in cui le persone non si trovano a loro agio, proprio a causa della scala sbagliata degli interventi.
La speranza per il miglioramento dell'architettura sta nella migliore educazione delle persone. Perché si progetti e si costruisca bene bisogna che si educhi non solo il progettista, ma anche il consumatore, il quale deve essere in grado di vedere e di giudicare l'architettura.

Curioso che Gropius, uno dei principali protagonisti del Movimento Moderno, pensasse e dicesse già nel 1961 cose fondamentali come queste sull'urbanistica e la città, molto prima che in Italia e in molte altre parti del mondo si costruissero quartieri a misura di automobile.



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