English text below
Lo scorso mercoledì 22 gennaio è stata inaugurata all’Istituto di cultura di Los Angeles una mostra su alcune opere di architettura di studi romani intitolata the making of (a new) Rome, organizzata dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Roma e dall’ACER, proprio con l’intento di promuoverne la visibilità insieme a quella degli stessi architetti e delle imprese romane coinvolte.
Lo scorso mercoledì 22 gennaio è stata inaugurata all’Istituto di cultura di Los Angeles una mostra su alcune opere di architettura di studi romani intitolata the making of (a new) Rome, organizzata dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Roma e dall’ACER, proprio con l’intento di promuoverne la visibilità insieme a quella degli stessi architetti e delle imprese romane coinvolte.
L’iniziativa è sicuramente lodevole e interessante,
soprattutto considerando quanto può essere difficile dimostrare i tentativi
(più o meno riusciti) di rendere Roma più contemporanea,
anche e soprattutto uscendo un po’ fuori dal circuito delle solite (poche)
grandi opere, tipo Auditorium, MAXXI e Centro Congressi/Nuvola che tendono ad
oscurare tutto il resto.
Tra gli oltre 30 progetti presentati alla mostra, tutti
di studi romani e realizzati tra il 2010 e il 2013, vengono segnalati come i
più importanti dagli organizzatori quelli di Franco Purini (Palazzo Eurosky), ABDR (Complesso residenziale Giustiniano
Imperatore), King Roselli (Libreria
Pontificia Universita' Lateranense), Max Pintore (Ponte della Scienza), e Studio Valle (Fiera di Roma).
Attraverso questa mostra, oltre ad incentivare il confronto e la visibilità degli architetti romani in Paesi stranieri (individuando opportunità di collaborazione con i colleghi americani), si vuole anche mostrare una Roma diversa, rivolta al presente e al futuro e non più soltanto al passato; esaltare le capacità tecniche e costruttive delle imprese romane; incentivare gli scambi di lavoro fra progettisti e costruttori italiani e statunitensi.
Le opere,
selezionate da un comitato scientifico composto da rappresentanti dell'OAR,
dell'ACER e della Fondazione Almagià, spaziano negli ambiti tipologici più
diversi.
(dal sito dell'Ordine degli Architetti di Roma, dove si trova anche l'elenco delle opere esposte)
(dal sito dell'Ordine degli Architetti di Roma, dove si trova anche l'elenco delle opere esposte)
Oltre a quelli già molto conosciuti citati sopra così come
presentati sul sito ufficiale dell’Istituto di Cultura Italiana a Los Angeles,
sono esposti anche le residenze città
del sole dei Labics, intervento di riqualificazione nell’ex deposito ATAC
vicino alla Stazione Tiburtina, le residenze, sia quelle dello Studio Passarelli che quelle di Paolo Portoghesi, nel nuovo
quartiere di Ponte di Nona
all’estrema periferia est, la nuova Agenzia
Spaziale Italiana dei 5+1 a Tor Vergata, lo Sport Club Acquaniene di Luca Braguglia vicino alla Moschea a i
Parioli, le residenze a Tor Bella Monaca
di Stefano Cordeschi e il complesso
parrocchiale di Marco Petreschi all’Infernetto.
Fonti delle illustrazioni da sinistra: Biblioteca
Lateranense (sito King e Roselli) - Città del Sole (Europaconcorsi) - Agenzia
Spaziale Italiana (Domusweb) - Chiesa San Tommaso (sito Marco Petreschi)
Si tratta in effetti di una panoramica piuttosto
importante di architetture contemporanee della Capitale, che hanno visto
impegnati studi e società di progettazione più o meno noti, insieme ad imprese
di costruzione più o meno importanti nel mercato delle costruzioni, anche se
inevitabilmente ci possono essere delle assenze .
Il risultato è un grande assortimento di architetture con
scale anche molto diverse, che costituiscono un insieme molto eterogeneo di
stili, con interventi residenziali che vanno dal “revival” post-moderno, anche
colorato, alla ripresa di linee dell’epoca d’oro degli anni ’50 e ‘60, fino ad
opere più “tecnologiche” con ampio uso di materiali metallici e trasparenti,
passando per edifici dal tocco molto personale e dalla geometria più complessa.
Vedendo il pieghevole della mostra con l’elenco delle
opere esposte non ho potuto fare a meno di osservare alcune cose piuttosto curiose,
a cominciare dal fatto che, pur chiamandosi l’esposizione making of Rome, non
tutti i progetti esposti alla mostra si trovano a Roma. Alcune opere non sono
state ancora completate e l’arco di tempo, anche e non solo considerando tutto
l’iter progettuale, è decisamente più ampio di quello prospettato nella
presentazione. Si è dato più risalto ai progettisti che alle opere,
seguendo una tendenza alla
personalizzazione purtroppo molto diffusa nel panorama architettonico
contemporaneo.
Se siete a Los Angeles potete vedere la mostra, se siete
a Roma invece direttamente gli edifici.
Un ringraziamento al collega Felix Pfeifle per avermelo
segnalato direttamente da Los Angeles
Last Wednesday January 22 was inaugurated at the Italian Cultural Institute of Los
Angeles an exhibition of some architectural works of Roman offices, entitled
the making of (a new ) Rome. It was organized by the
Association of Architects of the Province of Rome and by the ACER (Roman
builder Association) , precisely to promote the visibility of the Roman architects works, together with the construction
companies.
The initiative is certainly
laudable and interesting, especially considering how can be difficult difficult to show the efforts
(more or less successful) to make Rome
more contemporary, even and especially overcoming a little bit the circuit of the usual
(few) major projects, such as Auditorium , MAXXI
and Conference Center / The Cloud
which tend to overshadow everything else.
Among
the 30 and more projects shown at the exhibition, all of them designed by roman
architectural offices and built between 2010 and 2013, the organizers indicate
how the most important the ones by Franco Purini (Eurosky skyscraper), ABDR
(Residential complex Giustiniano Imperatore), King Roselli (Pontifical Lateran University Library), Max Pintore (Bridge of Science), and Studio
Valle (Rome Fair).
Through this exhibition, in addition to stimulate debate and visibility of
Roman architects in foreign countries (identifying opportunities for cooperation
with American colleagues), we
also want to show a different
Rome, addressed to the present and to the future and no more just to the past; enhancing the technical capacity and construction of the Roman companies, promoting work exchanges between
Italian and American designers and builders.
The works, selected by a scientific committee composed of
representatives from OAR, ACER
and the Foundation Almagia,
include the most different typological
areas.
In addition to those already mentioned above
as presented on the official website
of the Italian Institute of Culture in Los Angeles, there are on display as well the residences Città
del Sole by Labics, redevelopment of
the ex depot ATAC
close the Tiburtina station, housing
in the new district
of Ponte di Nona at the far eastern suburbs by Studio Passarelli and
Paolo Portughesi, the new Italian
Space Agency by 5 +1 in Tor Vergata district, the Sport Club Acquaniene by Luca
Braguglia close to the Mosque of Parioli , the buildings in Tor Bella Monaca by Stefano
Cordeschi and the
parish complex by Marco Petreschi
at Infernetto.
This is actually a quite important overview of contemporary architecture in
the Italian capital, that involved architectural offices and design company more
or less known, along with construction companies more or less important in the
market, with some unavoidable absences.
The result is a large assortment of architectures with many different scales,
which are a very heterogeneous set of styles, with residential projects ranging
from the post-modern "revival", even colored, to the recovery of the
golden age in 50s and 60s lines, to works more "technological" with
extensive use of metallic and transparent materials, through buildings from the
very personal touch and the more complex geometry.
Seeing the folding of the show with the list of the exhibited works, I
could notice some rather curious things, like that some works have not yet been
completed and the time frame, also not considering all the design process, is
considerably more extensive than the one proposed in the presentation. Furthermore
it was given more prominence to the designers than to the works, following a
trend towards personalization unfortunately very widespread in contemporary
architecture.
If you’re
in Los Angeles you can go visit the exhibition, but if you happen to be in Rome
you can see directly the buildings.
A big thank
to the colleague Felix Pfeifle who warned me about the event directly from Los Angeles
Nessun commento:
Posta un commento