27 gennaio 2016

rothko, mies e michelangelo

Mark Rothko in realtà si chiamava Markus Rotkowičs, era nato in Lettonia, ma si era trasferito negli Stati Uniti quando aveva 10 anni. Tutti però lo conosciamo come Rothko, uno dei più influenti artisti dell'espressionismo astratto americano, le cui opere sono oggi esposte in tutto il mondo e vantano record incredibili per le cifre stratosferiche di vendita.
In vita è stato un artista rivoluzionario, ma vedendo oggi le sue opere, soprattutto a confronto con quelle contemporanee, le possiamo considerare ormai dei "classici".
Non è un caso quindi che il suo nome sia legato a due grandissimi architetti, separati dagli anni e dallo stile, ma uniti dalla capacità delle loro opere di sfidare il tempo che passa; Michelangelo Buonarroti e Ludwig Mies van der Rohe.
I Murali del Seagram alla Tate Modern. Photo: David Sillitoe

19 gennaio 2016

conca d'oro oggi

Il tema di queste riflessioni in realtà non riguarda tanto l'architettura quanto piuttosto il senso civico e la capacità di gestione dello spazio pubblico. Ma la sensazione profonda di impotenza e frustrazione che genera vedere uno spazio pubblico, comunque di qualità anche con tutti i difetti di cui ho scritto mesi fa, restituito ai cittadini dopo anni e milioni di euro spesi, ridotto in questo modo dopo neppure due anni, non può non indurre qualsiasi architetto di buon senso a pensare: chi me lo fa fare di spendere tanto tempo ed energie?