14 dicembre 2011

Architettura e città

Questo era il titolo della lectio magistralis tenuta dall'architetto ticinese (svizzero) Mario Botta nella chiesa dei Santi Luca e Martina al Foro Romano.

Ha parlato della qualità della vita e delle città italiane di provincia medio-piccole, in cui è molto diretto il rapporto con la storia.
Ci sentiamo perfettamente a nostro agio quando siamo in una via o in una piazza storica italiana, perchè sono dei veri e propri territori della memoria e ci conferiscono quel senso di appartenenza al territorio (indispensabile?) per vivere in armonia con noi stessi. 

7 dicembre 2011

Spagna e Italia, così vicine, così lontane

Sarebbe inutile chiedere a Carlos Ferrater, uno degli architetti spagnoli contemporanei più noti e più bravi, se conosce e apprezza l'architettura razionalista italiana della prima metà del Novecento, poichè ha dichiarato lui stesso di essere stato sedotto da alcuni architetti italiani, come Terragni, Figini e Pollini, Moretti e Libera e dalla loro capacità di astrazione.
Il Razionalismo italiano


Del resto alcune sue realizzazioni dimostrano piuttosto chiaramente questa passione.
Edifici realizzati da Carlos Ferrater

29 novembre 2011

non avere paura di perdere...

E' passato ormai un mese dal convegno evento organizzato da Matteo Renzi a Firenze. 
Si è trattato sicuramente di un evento importante e innovativo, a cui hanno partecipato moltissime persone che hanno voglia di fare qualcosa per cambiare il nostro paese e in realtà molti di loro già lo stanno facendo. 
Quindi sarebbe sbagliato ignorarlo e dimenticarlo, perchè rappresenta una speranza di visione del futuro, che evidentemente manca da molti anni nel nostro paese, forse da quando è scomparsa l'architettura contemporanea. 
Non sappiamo se Renzi avrà un futuro politico, ma il fatto di aver organizzato un evento di questo tipo è già una nota di merito e mi è piaciuto molto che abbia detto che come candidato premier "giovane" per il PD spera ci sia qualcuno migliore di lui. 
Sarà anche una frase demagogica e opportunistica, ma è la prima volta che la sento pronunciare da un uomo politico...

28 novembre 2011

Architettura del Novecento

Quando mi sono laureato in architettura alla Sapienza di Roma (nello scorso millennio), esistevano diversi indirizzi che influenzavano gli studi degli ultimi due anni, tra cui quello che ho scelto io, Tutela e Recupero del Patrimonio Architettonico...
Questa scelta ha fatto si che dovessi sostenere l'esame di Restauro Architettonico II. E' stato molto interessante perchè mi sono occupato del lavoro di Giuseppe Valadier a Roma, in particolare di quello per le facciate delle chiese di San Pantaleo e San Rocco e si trattava certamente di opere piuttosto "moderne" per la città di Roma.








22 novembre 2011

Doing Business in a more transparent world

Non è il titolo del nuovo singolo dei Coldplay o dei Radiohead, ma il rapporto 2012 della Banca Mondiale sulla cornice normativa in cui si muovono le imprese nei vari paesi del Mondo, quindi in poche parole e grande sintesi, sull'efficienza dei servizi pubblici. 
Come si può immaginare non siamo proprio ai primi posti, anzi all'87esimo su 183 stati analizzati e quel che è più grave in discesa di 4 posizioni dallo scorso anno.
Il corriere della sera dedica un articolo alla pubblicazione del rapporto:
Pubblica anche una serie di grafici molto edificanti che fotografano bene la nostra situazione in rapporto ai nostri principali partner europei e agli Stati Uniti.
Mi sembra superfluo commentare i dati qui sotto, ma non osservare come siano direttamente collegati all'attività edilizia e spieghino meglio di tanti discorsi la difficoltà che si incontra ad investire in Italia, soprattutto in settori già di per se complicati come il nostro.

2 novembre 2011

ecco dove sono (alcuni) architetti italiani

Me lo chiedevo quando ho iniziato a scrivere questo blog ed è stato forse uno dei motivi che mi ha spinto a farlo: dove sono gli architetti italiani? Che cosa fanno? 
Poi proprio nel post precedente scherzavo sul gioco di parole tra il partito (politico) per l'architettura e (l'architetto) partito per l'architettura, cioè per lavorare e svolgere (meglio) la sua professione. 
Ebbene, ammesso che ci fosse bisogno della conferma su questa ormai celebre fuga di cervelli anche nel nostro campo, è venuto in soccorso Progetti & Concorsi
Il supplemento del sole 24 ore, ottimo osservatorio sull'architettura in Italia, nel numero della settimana scorsa dedica ampio spazio agli architetti italiani che vivono e lavorano oltre confine.
Sembra un argomento molto attuale, soprattutto perchè ormai non si tratta più solo di esperienze temporanee, magari successive ad un'esperienza Erasmus, ma di vere e proprie scelte di vita.
Prestinenza Puglisi, noto critico di architettura e da tempo attento osservatore delle dinamiche dell'architettura italiana, ritiene che ci siano almeno 200 studi di bravi professionisti italiani all'estero, distribuiti un po' in tutto il mondo, ma soprattutto tra Regno Unito, Francia, Olanda, Germania, Spagna e Portogallo. 
Sembra però che vista la crisi perdurante stiano partendo già alla conquista dei nuovi mercati: Cina, India, Africa e America Latina. 
Sono molto intraprendenti gli architetti italiani e riescono spesso ad avere successo sia come parte di strutture consolidate che come singoli imprenditori; chissà per quanto tempo ancora questo paese continuerà a frenare la loro (nostra) voglia di lavorare!!
Io intanto però, dopo aver fatto i complimenti ai nostri colleghi e aver augurato loro i migliori successi, continuo a dedicarmi alla ricerca nel nostro orto, sperando di vedere dei "frutti"...

28 ottobre 2011

Partito per l'Architettura

E' evidente già da un po' di anni che la politica è il business più ambito nel nostro paese, essendo certamente il modo migliore (e meno rischioso) per guadagnare molti soldi senza lavorare un granché.
Forse è per questo che l'economia fa fatica; i grandi imprenditori sono troppo distratti dalla politica e dalla tentazione di entrarci, se non l'hanno già fatto...

Leggevo da qualche parte che, visto il panorama politico attuale, si spera che una figura nuova spunti per le elezioni del 2013 (se ci arriviamo)

Allora eccomi!! Sono in cerca di consensi, in vista di prossime future elezioni politiche.
Fonderò il Partito dell'Architettura, anzi meglio il Partito per l'Architettura, vista l'emorragia verso l'estero, giocando sul doppio significato che comprende anche la passione per questa nobile "arte".

26 ottobre 2011

L'architettura e le costruzioni in Italia

Dopo aver letto i numeri della ricerca Cresme sulla professione di architetto in Italia fotografata nel 2010, mi ero già reso conto della criticità della situazione sia a livello quantitativo che qualitativo.
Considerando però che siamo il terzo mercato europeo delle costruzioni, anche se nella classifica in rapporto agli abitanti siamo piuttosto in basso, ma non molto più giù della Francia, ho pensato: dovremmo avere comunque un bel po' di architettura

Allora ho preso in mano l'Atlante Phaidon dell'Architettura Contemporanea nel Mondo, frutto di una ricognizione fatta dal 1998 al 2003, per misurare il peso dell'architettura italiana e della sua visibilità internazionale in rapporto ai paesi europei più importanti e a noi più vicini. 
Non ci sono dubbi che è difficile valutare i criteri di selezione dei progetti, ma non penso che si possa  dubitare sul significato, almeno statistico, dei numeri nel loro complesso e pensare che il risultato sia frutto di una persecuzione nei nostri confronti. 
E comunque si tratta di una pubblicazione di grande rilevanza che è già presente da anni nelle librerie degli architetti di tutto il mondo.
Riporto qui di seguito una tabella con alcuni paesi europei, messi a confronto in base al numero degli edifici pubblicati e ad alcuni dati geografici e statistici, a mio avviso rilevanti, ricavati sia dall'Atlante che dal rapporto Cresme.


24 ottobre 2011

architettura e società


Sarebbe sbagliato però pensare all’architettura come a qualcosa di isolato, che interessa solo gli addetti ai lavori, perché in realtà è una disciplina che, per sua natura, è talmente legata alla società e alla sua struttura economica, da esserne a mio avviso uno specchio perfetto
In effetti soprattutto negli ultimi decenni, noi italiani, nonostante le nostre evidenti capacità e l’indiscussa levatura culturale, abbiamo paura di puntare sul futuro e quindi su noi stessi. 
Di conseguenza quando abbiamo bisogno di un’opera scintillante da far andare in copertina chiamiamo qualche architetto o urbanista di grido, quasi sempre straniero
Se poi si fa un concorso internazionale di progettazione con procedure ristrette in base a curriculum e fatturato, ricadiamo nella stessa situazione. 

Ma se ci pensate bene anche e soprattutto nella vita di tutti i giorni abbiamo subito una vera e propria colonizzazione economica, arrendendoci di fatto all’effetto globalizzazione, senza la capacità di partecipare. Certo siamo molto contenti di vendere le Ferrari ai ricconi in giro per il mondo, però se vogliamo fare la spesa andiamo dai francesi, per il bricolage di nuovo dai francesi, per lo sport ancora dai francesi, per l’arredo della casa (quello contemporaneo che possiamo pagare…) dagli svedesi, per l’abbigliamento da spagnoli e svedesi (e questo è il colmo!), per non parlare degli articoli di elettronica, distribuiti da grandi catene francesi e tedesche e prodotti da marchi internazionali, settore in cui l’Italia sembra del tutto assente, anche se poi scopriamo che siamo dei campioni nelle nanotecnologie
Si, ma la visibilità internazionale dov’è?

Dobbiamo ricominciare a sognare, a credere veramente in noi stessi e ad investire nelle nostre grandi capacità, ma tutti i giorni e in tutti i settori dell'economia, non solo nelle grandi occasioni e nelle situazioni di emergenza!! 
Non abbiamo altra scelta.

23 ottobre 2011

Un'idea sulla visibiltà del progettista

Vista l'ignoranza, dichiarata nel precedente post, sulla storia e le architetture dell’Università di Tor Vergata, ho cercato di colmare le mie lacune, sia sul posto che su internet, ma purtroppo con risultati piuttosto insoddisfacenti.
Allora mi sono ricordato che quando sono stato a Stoccolma, ero “ospite” in casa di una gentile e colta signora, che ci ha subito fatto vedere un libro sulle architetture della città (immaginate la stessa scena in un B&B a Roma o a Milano…). Dopo aver saputo che ero architetto poi, mi ha fatto notare che in molti edifici si può vedere il nome del progettista. Adesso non vi so dire se è un'usanza o è frutto di una legge speciale. Guardate però che bella targa in pietra, tipo bassorilievo! Immagino abbiate capito che si tratta del mio pseudonimo per la regione Scandinava...

19 ottobre 2011

Buone notizie, anzi Good News...

L’altro giorno ho fatto un giro a Tor Vergata per vedere cosa sta succedendo da quelle parti, dato che, tra la Nuova Agenzia Spaziale (foto sopra), la città dello Sport, l’Università e il nuovo Campus, c'è un piccolo pezzo di città in costruzione e non si tratta delle solite zone dormitorio. Per il momento non si vede molta architettura, ma migliorerà sicuramente. Ammetto la mia ignoranza sugli edifici dell'Università di Tor Vergata, ma l'impressione è che si sia trattato di un'occasione persa. Ho visto esempi quasi perfetti di Senza e di Troppa Architettura, per citare il mio precedente post.

14 ottobre 2011

troppa architettura?





















Mi sono imbattuto l’altro giorno in un interessante dibattito su radiotre, che prendeva spunto dal nuovo libro di Ciorra di cui parlavo nel precedente post. Protagonisti lo stesso Ciorra, a presentare il libro appunto, Mario Botta e Fulvio Irace. Se vi interessa lo trovate ancora sul web (non so per quanto tempo) a questo indirizzo:

7 ottobre 2011

architetti e burocrazia

Non è certamente facile capire a fondo i motivi per cui si è venuta a creare questa situazione così critica, già analizzata peraltro da fior di architetti e teorici sin dagli anni '80.
La mia intenzione quindi non è certamente quella di elaborare teorie sulla filosofia o sui linguaggi architettonici contemporanei, anche se ammetto che la cosa potrebbe essere interessante.
Mi sembra però che non sia proprio questo il nocciolo della questione, ma piuttosto che si tratti di altro e soprattutto di aspetti più pratici e concreti legati alla professione dell'architetto in Italia.
Le cause principali degli scarsi risultati qualitativi delle costruzioni e della profonda insoddisfazione di gran parte degli architetti italiani (sempre dal rapporto CRESME 2011, in Europa sono più "insoddisfatti" di noi solo belgi, irlandesi, croati e sloveni e tutti gli altri sono sopra di noi...) sono molto difficili da individuare.
Credo però che ci siano almeno un paio di aspetti determinanti:
- l'individualismo spiccato che rende difficile l'aggregazione dei professionisti, creando un sistema di piccoli studi, troppo deboli per il mercato di oggi. L'impressione è che in questo modo si sprechino moltissime energie in una concorrenza "drammatica" quanto sterile, utile magari per riuscire a realizzare la pavimentazione di una piazza, mentre le grandi società di ingegneria e non si sa bene chi altro, realizzano gran parte delle cubature disponibili.
- la burocrazia e l'enorme quantità di leggi, leggine e regolamenti in continuo cambiamento, ma mai in nome della semplificazione e della sintesi. L'architetto quindi è continuamente "minacciato" da adempimenti burocratici che occupano buona parte del suo tempo a scapito della qualità del progetto. Non mi sembra poi che il continuo legiferare in materia edilizia degli ultimi 20 anni abbia portato grande qualità nell'edilizia delle nostre città. La domanda allora è: a che scopo legiferare se non si migliora la situazione? Abbiamo bisogno di meno leggi, che siano più chiare e anche più severe, ma con l'obiettivo di migliorare.

26 settembre 2011

Dov'è l'architettura italiana?

Where’s italian architecture? 

La risposta è: non pervenuta, da almeno 20 o 30 anni, aggiungerei...
Sembra proprio che sulla scena internazionale l’architettura italiana sia assente (ingiustificata).
Si, va bene, con le solite dovute eccezioni di Piano e Fuksas
Così diversi tra loro, ma accomunati dalla caratteristica di essere due casi eccezionali quanto inimitabili e quindi “incapaci” di creare una scuola e un’ondata di seguaci.

Lo sapete che noi architetti italiani siamo 145mila, cioè circa il 30% di tutti gli architetti europei, compresa la Turchia, e rappresentiamo il paese europeo con il maggior numero di architetti sia in termini assoluti che in rapporto con il numero di abitanti? (rapporto CRESME 2011) Il numero è stato in continua crescita e si è più o meno raddoppiato dal 1998 ad oggi.

Non sembra però che l'aumento del numero dei professionisti abbia portato qualche beneficio. Possibile che con una tale quantità di architetti, non si riesca ad avere un'architettura che abbia una maggiore visibilità sulla scena internazionale?
Sembrerebbe che negli ultimi anni l’Italia non abbia prodotto nessun tipo di movimento architettonico di rilievo e, per un paese della sua importanza storico-culturale, la cosa mi sembra preoccupante.
Soprattutto se pensiamo che invece paesi a noi relativamente vicini come ad esempio Spagna, Olanda e Svizzera, per citare solo i casi più clamorosi, continuano a “produrre” con continuità e da molti anni architettura di qualità.