Sembra proprio che sulla scena internazionale l’architettura italiana sia assente (ingiustificata).
Si, va bene, con le solite dovute eccezioni di Piano e Fuksas!
Così diversi tra loro, ma accomunati dalla caratteristica di essere due casi eccezionali quanto inimitabili e quindi “incapaci” di creare una scuola e un’ondata di seguaci.
Si, va bene, con le solite dovute eccezioni di Piano e Fuksas!
Così diversi tra loro, ma accomunati dalla caratteristica di essere due casi eccezionali quanto inimitabili e quindi “incapaci” di creare una scuola e un’ondata di seguaci.
Lo sapete che noi architetti italiani siamo 145mila, cioè circa il 30% di tutti gli architetti europei, compresa la Turchia, e rappresentiamo il paese europeo con il maggior numero di architetti sia in termini assoluti che in rapporto con il numero di abitanti? (rapporto CRESME 2011) Il numero è stato in continua crescita e si è più o meno raddoppiato dal 1998 ad oggi.
Non sembra però che l'aumento del numero dei professionisti abbia portato qualche beneficio. Possibile che con una tale quantità di architetti, non si riesca ad avere un'architettura che abbia una maggiore visibilità sulla scena internazionale?
Sembrerebbe che negli ultimi anni l’Italia non abbia prodotto nessun tipo di movimento architettonico di rilievo e, per un paese della sua importanza storico-culturale, la cosa mi sembra preoccupante.
Soprattutto se pensiamo che invece paesi a noi relativamente vicini come ad esempio Spagna, Olanda e Svizzera, per citare solo i casi più clamorosi, continuano a “produrre” con continuità e da molti anni architettura di qualità.
Le domande allora nascono spontanee:
dove sono gli architetti italiani?
chi sono?
che cosa fanno?
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