Il post sul "nuovo" intervento di Fuksas a Via del Corso a Roma era già da tempo tra le mie bozze, almeno da quando, era il 2013 credo, la "lanterna" è comparsa alla vista dei romani che alzavano lo sguardo verso l'edificio dell'Ex Unione Militare, quello all'angolo con Via Tomacelli dopo lo slargo davanti alla chiesa di San Carlo, mentre percorrevano il Corso verso Piazza Venezia.
La "lanterna" di Fuksas come si vede da Via del Corso |
Anche in questo caso mi sono sbloccato ricorrendo al diario facebook di Dov'è l'architettura italiana?, in cui è più facile liberare pensieri e osservazioni sulla città, sul paesaggio urbano e sull'architettura.
Probabilmente è partito tutto dall'analisi delle emergenze architettoniche nel cielo di Roma, quelle che si vedono dalla zona di Trinità dei Monti, senza dubbio uno degli osservatori migliori della città. Armandosi di pazienza e attenzione infatti è possibile scorgere praticamente tutto quello che esiste sulle coperture della città, tra cui quindi compare anche, ben visibile tra le guglie dei due campanili del Babuino in primo piano, la nuova lanterna costruita da Fuksas.
Lucciole per lanterne (22 aprile 2016)
Copertura del Palazzo dell'ex Unione Militare |
Sicuramente è meglio stare dentro la "bolla" per vedere i profili del
centro di Roma che su Via del Corso per vedere la "bolla".
Tra gli aspetti positivi dell'intervento, che certamente non mancano, non sembra spiccare la capacità di inserirsi nel paesaggio urbano romano e dialogare con le emergenze.
Il fatto di definire "lanterna" un volume che poco o niente ha a che vedere (a parte il fatto che fa entrare la luce) con le lanterne delle cupole romane, dimostra lo stato di confusione culturale e architettonica.
Un breve inciso sull'origine, la definizione e il significato di lanterna:
lantèrna s. f. [lat. lanterna, dal gr. λαμπτήρ -ῆρος (der. di λάμπω «splendere»), raccostato a lucerna]. (Treccani)
4. Per analogia, in architettura, elemento terminale di molte cupole, costituito da una specie di piccolo tiburio a pianta centrale, di forma non dissimile da quella di una lanterna per illuminazione; foggiata per lo più come un’edicola rotonda o poligonale, sormontata da una copertura cuspidale e da motivi terminali decorativi, è munita di finestre, e costituisce la sorgente luminosa centrale della cupola. (Treccani)
La lanterna in architettura è la struttura posta alla sommità di una cupola.
A pianta circolare o poligonale si apre all'interno direttamente sulla cupola, senza piano di calpestio. La funzione è quella di dare luce alla cupola stessa, essendo provvista di pareti verticali nelle quali è possibile aprire finestre. Per questa ragione, oltre per similitudine di forma, ha il nome di "lanterna".
Sulla punta della lanterna in genere vengono installate palle in bronzo sormontate da croci, simbolo dell'universalità del Cristianesimo.
A partire dal Rinascimento, gli artisti si sono sbizzarriti nel pensare forme e soluzioni originali per le lanterne, dando ad esse massima importanza quali elementi distintivi che si stagliano nel cielo.
La massima varietà e fantasia si è forse raggiunta a Roma, dove nel panorama cittadino ciascuna cupola presenta una lanterna diversa. (Wikipedia)
Tra gli aspetti positivi dell'intervento, che certamente non mancano, non sembra spiccare la capacità di inserirsi nel paesaggio urbano romano e dialogare con le emergenze.
Il fatto di definire "lanterna" un volume che poco o niente ha a che vedere (a parte il fatto che fa entrare la luce) con le lanterne delle cupole romane, dimostra lo stato di confusione culturale e architettonica.
Sottotitolo: lanterne incomplete (26 aprile 2016)
Rivedendo la foto noto due dettagli curiosi:
1_la lanterna della cupola di San Carlo è tagliata e non è quindi compresa la parte terminale, la sommità, il cùlmine.
2_la "lanterna" di Fuksas è ancora incompleta, manca infatti il montaggio di alcuni vetri (sono quelli al centro allineati sul profilo della facciata della chiesa).
1_la lanterna della cupola di San Carlo è tagliata e non è quindi compresa la parte terminale, la sommità, il cùlmine.
2_la "lanterna" di Fuksas è ancora incompleta, manca infatti il montaggio di alcuni vetri (sono quelli al centro allineati sul profilo della facciata della chiesa).
Lanterna di Sant'Ivo alla Sapienza |
Un breve inciso sull'origine, la definizione e il significato di lanterna:
lantèrna s. f. [lat. lanterna, dal gr. λαμπτήρ -ῆρος (der. di λάμπω «splendere»), raccostato a lucerna]. (Treccani)
4. Per analogia, in architettura, elemento terminale di molte cupole, costituito da una specie di piccolo tiburio a pianta centrale, di forma non dissimile da quella di una lanterna per illuminazione; foggiata per lo più come un’edicola rotonda o poligonale, sormontata da una copertura cuspidale e da motivi terminali decorativi, è munita di finestre, e costituisce la sorgente luminosa centrale della cupola. (Treccani)
La lanterna in architettura è la struttura posta alla sommità di una cupola.
A pianta circolare o poligonale si apre all'interno direttamente sulla cupola, senza piano di calpestio. La funzione è quella di dare luce alla cupola stessa, essendo provvista di pareti verticali nelle quali è possibile aprire finestre. Per questa ragione, oltre per similitudine di forma, ha il nome di "lanterna".
Sulla punta della lanterna in genere vengono installate palle in bronzo sormontate da croci, simbolo dell'universalità del Cristianesimo.
A partire dal Rinascimento, gli artisti si sono sbizzarriti nel pensare forme e soluzioni originali per le lanterne, dando ad esse massima importanza quali elementi distintivi che si stagliano nel cielo.
La massima varietà e fantasia si è forse raggiunta a Roma, dove nel panorama cittadino ciascuna cupola presenta una lanterna diversa. (Wikipedia)
Foto del panorama di Roma da Via del Belvedere |
In effetti oltre a risultare strano definire lanterna un oggetto molto diverso, che ricorda di più la voliera di uno zoo che la tipica lanterna romana delle cupole, lo è anche il riferimento che uno studio di architettura laico e contemporaneo come Fuksas fa ad un simbolo religioso.
Osservando sempre il cielo di Roma nella la foto sopra infatti si può notare che, nonostante la predominanza di cupole e lanterne, esistono anche molte emergenze laiche, come altane e torrette di varie dimensioni ed epoche, che forse sarebbero state un riferimento più facile, consono e immediato. Anche perchè la cubatura realizzata, che emerge di 7,5m rispetto all'ultimo solaio dell'edificio, è
per una scelta fatta insieme alla sovrintendenza e confermata pubblicamente dall'architetto Federica Galloni del Mibact, il risultato
della somma dei volumi tecnici moderni accumulatisi nel tempo sulla copertura e
già condonati.
Credo che, indipendentemente dalle definizioni e dal fatto che l'edificio non fosse vincolato direttamente - il centro di Roma come manufatto è patrimonio Unesco e quindi comunque tutelato come paesaggio urbano - visto che non si può imporre un linguaggio architettonico, sarebbe stato più opportuno ampliare il volume in pianta abbassando l'altezza ad un piano in modo da essere nascosto in parte dal parapetto e risultare meno visibile da Via del Corso.
Queste considerazioni aprono anche un grande e fondamentale capitolo sul rapporto tra la tecnologia spesso indispensabile per continuare a vivere il centro storico di Roma e la necessità di preservarne il carattere ambientale e paesaggistico. La soluzione dell'ex Unione Militare è interessante per la sintesi e la razionalizzazione ricercate, ma non per il risultato ottenuto e considerando che erano coinvolti un committente illuminato (Benetton) e un architetto importante, il precedente non lascia ben sperare per il futuro.
Certamente però, qualunque ragionamento sia stato fatto nell'ideazione e nella denominazione dell'intervento, non si può pensare che Fuksas non conosca e apprezzi l'architettura "classica".
Credo che, indipendentemente dalle definizioni e dal fatto che l'edificio non fosse vincolato direttamente - il centro di Roma come manufatto è patrimonio Unesco e quindi comunque tutelato come paesaggio urbano - visto che non si può imporre un linguaggio architettonico, sarebbe stato più opportuno ampliare il volume in pianta abbassando l'altezza ad un piano in modo da essere nascosto in parte dal parapetto e risultare meno visibile da Via del Corso.
Queste considerazioni aprono anche un grande e fondamentale capitolo sul rapporto tra la tecnologia spesso indispensabile per continuare a vivere il centro storico di Roma e la necessità di preservarne il carattere ambientale e paesaggistico. La soluzione dell'ex Unione Militare è interessante per la sintesi e la razionalizzazione ricercate, ma non per il risultato ottenuto e considerando che erano coinvolti un committente illuminato (Benetton) e un architetto importante, il precedente non lascia ben sperare per il futuro.
Certamente però, qualunque ragionamento sia stato fatto nell'ideazione e nella denominazione dell'intervento, non si può pensare che Fuksas non conosca e apprezzi l'architettura "classica".
Massimiliano Fuksas alla domanda su quali sono i luoghi d'Italia che non si possono non visitare ha detto: La Sicilia, Ragusa Ibla, Modica e Noto. La Sicilia sud-orientale è la cultura declinata nelle sue migliori espressioni. (21 aprile 2016)
Dopo l'Unesco, Montalbano, la BBC e il Ragusashire quindi arriva anche Fuksas a puntare i riflettori sulla Val di Noto.
Dopo l'Unesco, Montalbano, la BBC e il Ragusashire quindi arriva anche Fuksas a puntare i riflettori sulla Val di Noto.
Per chi se li fosse persi ecco i link agli articoli del blog sul tema:
- sicilia contemporanea
http:// dovelarchitetturaitaliana.b logspot.it/2012/01/ sicilia-contemporanea.html
- grasso cannizzo e il riba
http:// dovelarchitetturaitaliana.b logspot.it/2012/07/ grasso-cannizzo-e-il-riba.h tml
- Ragusashire http:// dovelarchitetturaitaliana.b logspot.it/2014/10/ ragusashire.html
- sicilia contemporanea
http://
- grasso cannizzo e il riba
http://
- Ragusashire http://
La cupola di San Giorgio a Ragusa Ibla |
Potrebbe
meravigliare il fatto che un architetto pienamente contemporaneo come
Fuksas che usa sempre con molta disinvoltura forme e materiali, abbia
inserito lo studio in un palazzo romano del seicento, occupato un po'
alla volta. (21 Aprile 2016 )
Zaha Hadid Architect ha il suo quartier generale a Londra in un "antico" ex complesso scolastico in mattoni, con un evoluzione nel tempo molto simile.
Zaha Hadid Architect ha il suo quartier generale a Londra in un "antico" ex complesso scolastico in mattoni, con un evoluzione nel tempo molto simile.
La scalinata dello Studio Fuksas |
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