14 dicembre 2018

palazzine in cerca d'autore - Parioli e Pinciano

La prima puntata della serie non poteva che essere dedicata ai Parioli, quartiere simbolo della palazzina come espressione della borghesia, tanto cara agli "storici" dell'urbanistica moderna. 
Si tratta in realtà di una definizione più che altro geografica e sociale, visto che l'area che a livello amministrativo si definisce quartiere Parioli è meno ampia e non comprende molte zone che nell'immaginario collettivo ne dovrebbero far parte. Ho deciso quindi per comodità e facilità di orientamento di accorpare Parioli e Pinciano nello stesso post.
Tanto per fare un esempio, la famosissima palazzina Girasole di Luigi Moretti a viale Bruno Buozzi fa parte dell'adiacente quartiere Pinciano. Pensavate fosse nel quartiere Parioli vero?

Luigi Moretti - Palazzina Il Girasole, 1947-50

Il Villaggio Olimpico pur se socialmente e urbanisticamente molto diverso dalla città borghese delle palazzine fa parte dei Parioli e l'ho già raccontato ampiamente qui.




Quartiere II Parioli

Il perimetro del quartiere è delimitato in senso orario da via Salaria, Viale Liegi-Viale dei Parioli-Viale Maresciallo Pilsudski, Via Flaminia, il Tevere e l'Aniene (vedi foto sotto).


Mappa quartiere Parioli da Google Maps


Angelo Di Castro (con Mario Fiorentino) - Palazzina in viale Tiziano, 1955
  
L'avevo notata e fotografata già più volte molto prima di sapere che fosse di Angelo Di Castro.

Di Castro a viale Tiziano
Quindi ha già l'autore però non è particolarmente nota, la De Guttry nella scheda ha messo la foto della facciata lunga opposta a questa delle foto, meno visibile e meno interessante.
In effetti le palazzine moderne note a Roma sono al massimo 10 o 20 e tutti parlano e scrivono sempre sulle stesse. Io invece mi interesso alle altre, a quelle che si conoscono poco e non compaiono quasi mai sulle poche guide di Roma Moderna.






































Monaco-Luccichenti - Palazzina in via Tommaso Salvini, 1952-53
Questa palazzina affaccia lateralmente su piazzale delle Muse e si trova a due passi dalla Salvatelli di Gio Ponti e dalla Bornigia di Ugo Luccichenti in una zona ad alta densità di palazzine d'autore (e non...). Non so ancora di chi sia, ma la trovo molto interessante soprattutto per lo sviluppo planimetrico molto articolato. Il prospetto principale asseconda la curva della strada frammentandosi in tre blocchi; quello principale caratterizzato da fasce di finestre e rivestimenti in laterizio con travi esposte in facciata e due simmetrici più piccoli caratterizzati da ampi balconi quadrati con parapetti vetrati. I lunghi prospetti laterali intonacati mai banali sono caratterizzati da finestre ben ritmate e da balconi che alleggeriscono gli spigoli.

Palazzina in via T.Salvini
Poi ho scoperto che era, indovinate un po', di Monaco-Luccichenti datata 1952-53. 
La palazzina romana è un'architettura semplice: molti architetti la disegnano per una vita e alla fine il progetto è di Monaco e Luccichenti (semicit.)

[Liberamente ispirata alla famosa frase di Gary Lineker "Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince"]


Palazzina in via Giacinta Pezzana - Anni Cinquanta (?)

La palazzina è a via Pezzana, strada paesaggisticamente bellissima che dalla Moschea sale fino a piazzale delle Muse, conosciuta forse da alcuni addetti ai lavori per il 'villaggetto' azzurro realizzato da Lugli a valle tra la Moschea e il circolo Acqua Aniene.
L'edificio proprio per la sua posizione ha una doppia faccia. Un fronte verticale con leggere rastremature, ordinato e geometrico, caratterizzato da finestrature a nastro a filo facciata e arretrate su balconi e un retro a gradoni dove si ricavano ampie terrazze con affaccio sulla valle del Tevere.
Il piano terra fa da zoccolo e si apre sul lato sinistro per l'ingresso segnato dallo scultoreo sistema strutturale travi-pilastro a vista a sottolineare l'asimmetria complessiva.
Interessanti anche i prospetti laterali a sviluppo orizzontale con i tre balconcini a segnare la linea obliqua di chiusura a valle costruita dalla conformazione delle terrazze.
Si nota anche un leggero allargamento del corpo di fabbrica nelle ultime due campate verso la strada che contribuisce a rafforzare la dinamicità del volume.



Palazzina in via Pezzana

L'opera dimostra capacità e ambizioni che fanno pensare ad un progettista affermato e il linguaggio architettonico abbastanza tipico degli anni cinquanta è caratterizzato da elementi normalmente utilizzati dallo studio Monaco-Luccichenti, punto di riferimento fondamentale per l'architettura romana del periodo che ha realizzato una palazzina a poche centinaia di metri.



Quartiere III Pinciano

Il perimetro del quartiere è delimitato in senso orario da via Salaria, Corso d'Italia, viale del Muro Torto, via Flaminia, viale Maresciallo Pilsudski-viale dei Parioli-viale Liegi (vedi foto sotto).
 
Mappa quartiere Pinciano da Google Maps

Monaco-Luccichenti - Edificio per negozi e abitazioni in via Denza, 1955-56

Nella serie delle palazzine che hanno trovato l'autore c'è questa molto ben visibile allo sbocco su viale Pilsudski/Parioli anche grazie alla notevole varietà del suo impianto planimetrico e volumetrico. Si nota soprattutto l'angolo con i balconi che si protendono liberi e a sbalzo verso viale Parioli dopo aver sfruttato il sostegno di un pilastro. Un'altra particolarità è la presenza dei negozi al piano terra che rafforzano la connotazione urbana dell'edificio. In generale nella planimetria non esistono due lati o due prospetti paralleli, un'architettura guidata dalla mano felice degli autori piena di invenzioni ben pensate e calibrate. Le foto sotto purtoppo oltre a mostrare la ricchezza architettonica (e non bastano!), certificano segni di degrado che sarebbe bello sanare.  
Gli autori sembrebbero essere i soliti Monaco e Luccichenti e dovrebbe risalire agli anni 1955-56. I favolosi anni cinquanta dell'architettura romana. 
Se non ne siete ancora convinti proseguite e fatelo a maggior ragione se lo siete.

Palazzina in via Denza

Monaco-Luccichenti - Villino Sacer in via Sassoferrato, 1951-52

L'edificio viene definito villino e non palazzina anche se l'altezza è superiore ma sappiamo che la palazzina è uno sviluppo del villino, una densificazione nata costruendo ma mai realmente stabilita o programmata dal Comune di Roma come tipo edilizio.
Con l'occhio allenato è bastato uno sguardo veloce dalla bici per capire che qui c'era lo zampino di un Luccichenti (mi riferisco ai fratelli Ugo e Amedeo che però lavoravano separati, quasi quasi propongo una serie architettonica per la TV intitolata "I Luccichenti"). 
La citazione di Le Corbusier con la rampa in facciata sembrerebbe evidente, anche se rispetto a Pessac l'inclinata è molto più dolce e i parapetti trasparenti si staccano nettamente dal volume in chiave funzionalista. Il purismo di LC superato dal senso pratico romano?
Questa palazzina, come varie altre, ha trovato l'autore grazie a ricerce bibliografiche non facili.
Ormai quindi è più che evidente che il titolo è diventato più un filo conduttore della ricerca informale e sempre più ampia, frutto della mia curiosità, che mischia autori noti e ignoti.

Villino in via Sassoferrato

Monaco-Luccichenti - Palazzina Palladium in via Archimede, 1950-52
A pochi passi da opere molto più famose di Piccinato, Franzi e Ugo Luccichenti e da un'altra realizzata da loro, in una delle strade romane con la più alta densità di palazzine d'autore troviamo l'ennesima opera romana dello Studio Monaco Luccichenti realizzata nel 1950-52 per la Cooperativa Palladium. Si trova nel tratto che affaccia verso l'Auditorium quindi con il fronte libero piuttosto ordinato con le fasce dei balconi a disegnare tutta la larghezza ma liberati solo sugli angoli.  La bellezza della vista  probabilmente ha suggerito una particolare conformazione a ventaglio e il rettangolo si sfoglia ripetutamente sui due prospetti laterali per permettere la vista diretta. Soluzione molto raffinata e impegnativa quanto difficile da cogliere dalla strada (al momento non ho foto che lo documentano) e simile a quella adottata anni dopo nella vicina via del Pollaiolo anche se con una conformazione geometrica più semplice.


Palazzina Palladium in via Archimede
Palazzina Salita dei Parioli - Anni Quaranta (?)

La palazzina ha un affaccio notevole sull'area Flaminia con un prospetto piuttosto informale apparentemente simmetrico. Presenta caratteri moderni evidenti ma misurati, come la vetrata 'funzionalista' del corpo scala, il raggruppamento a nastro delle finestre, la pensilina a piano terra e il disegno di recinzione e cancello. Pensavo fosse dei soliti Monaco e Luccichenti che hanno anche realizzato un casa a pochi metri di distanza ma nessuno gliela attribuisce. Il prolifico Mario Marchi ha usato almeno un paio di volte nei primi anni cinquanta vetrate tipo questa a segnare il corpo scala anche se in maniera meno enfatica, ma non sembra decisivo. Insomma resta in cerca d'autore.

Palazzina Salita dei Parioli


Pietro Lombardi - Palazzina in via Gramsci, 1955

In una strada famosa per altri edifici come la Facoltà di architettura di Del Debbio, la British School di Edwin Lutyens, la palazzina di Pietro Barucci all'angolo con via dei Monti Parioli e la Giammarusti dello stesso Pietro Lombardi con la sua bella curva che affaccia su viale Bruno Buozzi, ho scoperto questa interessante e particolare palazzina datata 1955 e attribuita allo stesso Lombardi. Mi piace il rivestimento in mattoni, il segno molto marcato dei balconi e il telaio a vista che dall'angolo sale in copertura e con la sua leggerezza contrasta la massa piena. Bloccato e meno riuscito invece il lato destro del prospetto dove le grandi finestre, pur interessanti per il disegno quadrettato e il risvolto sull'angolo, sono state poste simmetricamente ai lati di una più piccola e meno rappresentativa sulla quale invece si concentra inevitabilmente l'attenzione.


Palazzina in via Gramsci


Palazzina in via Paisiello - Anni Quaranta (?)

Qui siamo a via Paisiello, strada famosa come roccaforte dei Busiri-Vici e per la sopraelevazione moderna di Ridolfi sull'eclettico villino Alatri (si vede in primo piano nella foto a sinistra).
La palazzina che mi interessa è questa molto ordinata ed elegante con rivestimento in cortina, facciata asimmetrica con pieno a destra e vuoto delle ampie logge a sinistra e tipico telaio scherma-sole in copertura. Ennesimo esempio di qualità architettonica diffusa nella Roma moderna.

Palazzina in via Paisiello


 Palazzina in via Bertoloni - Anni Quaranta-Cinquanta (?)

Non molto lontano dalla precedente di via Paisiello, ma quasi agli antipodi nel linguaggio architettonico, questa palazzina in via Bertoloni si nota sia per la sua evidente modernità in un tratto di strada caratterizzato da villini del primo Novecento che per l'ardito disegno dei balconi perimetrali. Dove la precedente sembrava riprendere l'ordine delle prime lezioni dei maestri razionalisti, questa strizza l'occhio alle correnti organiche con un'abbondanza di linee spezzate.

Palazzina in via Bertoloni

Monaco-Luccichenti - Villino in Via B.Oriani, 1952-54

L'ennesima palazzina firmata Monaco-Luccichenti si riconosce grazie al linguaggio costituito dai soliti elementi come le finestre a nastro e i balconi a loggia su strada, le facciate piene con bucature ben ritmate sui fronti laterali e gli ampi balconi aggettanti con mensole a vista e parapetti trasparenti.
La composizione dei volumi però non è mai la stessa e anche qui si sfida l'ortogonalità creando una angolo acuto tra il volume purista (LC si vede molto bene) e quello più costruttivista in cui si inverte il rapporto pieno-vuoto in facciata con parapetti a campitura verticale dal sapore 'industriale' e con ampi balconi a disegnare l'angolo si sfrutta l'affaccio posteriore sul verde di Villa Glori. 

Villino in Via B.Oriani

2 commenti:

  1. Grazie grazie e grazie per questo bellissimo post.

    Sono un architetto appassionato cultore del genere specialemente dopo aver visto la serie Vivere l'Architettura su Youtube.

    Pensi che una volta da studente a Valle Giulia feci una passeggiata dietro la facolta' e casualmente mi imbattei nella casa del Girasole. E pensai: ecco da dove Venturi ha preso l'idea del triangolo spezzato in facciata.

    Grazie davvero per questo post che mi fa conoscere tesori nascosti, specie quello in via Danza ed il Sacer. Gioiellini.

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    1. Grazie a te Antonio per i tuoi bei complimenti. Sembra incredibile in effetti che a Valle Giulia si ignorasse con tanta efficacia la quantità notevole di architettura di qualità presente a pochi passi.
      Comunque se sei appassionato del tema sappi che sta per diventare un libro. Se segui la pagina facebook omonima di questo blog o il profilo instagram scoprirai quando esce. Un saluto. Stefano Nicita

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