Il Villaggio Olimpico è un posto bellissimo, è un quartiere pieno di
spazio, di alberi, di verde, è tranquillo, non c’è traffico, è vicino a poli
culturali e di aggregazione come l’Auditorium e il MAXXI e al complesso
del Foro Italico e non è lontano neppure da Piazza del Popolo.
Veduta aerea del Villaggio Olimpico - fonte google maps |
Probabilmente si contende con il Corviale il primato di
quartiere residenziale moderno più famoso di Roma, anche se appartengono a
epoche e zone molto diverse.
Forse in ambito romano rappresenta l’applicazione più
rigorosa delle teorie urbanistiche del movimento moderno, il purismo delle
forme architettoniche libere, in questo caso non bianche ma rivestite dal
mattone giallo che romanizza Le Corbusier, Mies van der Rohe e Gropius, grazie
al talento degli architetti italiani dell’epoca.
E pensare che furono chiamati a progettarlo Libera, Moretti, Monaco, Luccichenti e Cafiero.
E pensare che furono chiamati a progettarlo Libera, Moretti, Monaco, Luccichenti e Cafiero.
Planimetria con i disegni degli architetti - fonte archidiap |
Se oggi dovessimo
radunare architetti così bravi (per non parlare dei committenti!), probabilmente
faremmo meglio a rinunciare in partenza, altrimenti saremmo costretti a
chiamare portoghesi e spagnoli, forse
qualche inglese e svizzero, chissà un olandese se promette di non spingersi
troppo in avanti...
Poi non bisogna mai dimenticare i committenti. I questo caso l'INCIS, l'Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati dello Stato, che decise di realizzare un quartiere per ospitare gli atleti delle Olimpiadi, da trasformare poi in residenze appunto per gli impiegati dello Stato.
Semplicemente geniale.
Chissà se per EXPO 2015, che è un evento molto diverso, non si poteva pensare ad un modello simile, progettando padiglioni riutilizzabili successivamente come residenze sociali.
Probabilmente avrebbero anche dovuto rispondere a qualche regola architettonica...
Non sappiamo chi abbia preso le altre decisioni fondamentali sulla sistemazione generale e non risulta che ci sia stato tra i progettisti un architetto incaricato specificatamente del progetto urbanistico, anche se le grandi somiglianze con Decima, di poco successivo e sempre dell'INCIS, attribuito a Luigi Moretti, fanno pensare a una sua pesante influenza.
Sicuramente le scelte più fortunate sono state l'altezza misurata degli edifici, la forte presenza del verde, i volumi circolari dei corpi scala in copertura e il rivestimento in mattoni. Provate ad immaginare cosa potrebbe essere diventato oggi questo quartiere se non fossero stati utilizzati i belli e duraturi rivestimenti in mattoni.
Poi non bisogna mai dimenticare i committenti. I questo caso l'INCIS, l'Istituto Nazionale per le Case degli Impiegati dello Stato, che decise di realizzare un quartiere per ospitare gli atleti delle Olimpiadi, da trasformare poi in residenze appunto per gli impiegati dello Stato.
Semplicemente geniale.
Case a "croce" attribuite a Libera |
Case a "croce" attribuite a Moretti |
Probabilmente avrebbero anche dovuto rispondere a qualche regola architettonica...
Non sappiamo chi abbia preso le altre decisioni fondamentali sulla sistemazione generale e non risulta che ci sia stato tra i progettisti un architetto incaricato specificatamente del progetto urbanistico, anche se le grandi somiglianze con Decima, di poco successivo e sempre dell'INCIS, attribuito a Luigi Moretti, fanno pensare a una sua pesante influenza.
Sicuramente le scelte più fortunate sono state l'altezza misurata degli edifici, la forte presenza del verde, i volumi circolari dei corpi scala in copertura e il rivestimento in mattoni. Provate ad immaginare cosa potrebbe essere diventato oggi questo quartiere se non fossero stati utilizzati i belli e duraturi rivestimenti in mattoni.
Il cuore del Villaggio Olimpico |
Il primo è quello di essere stato per lungo tempo un
luogo periferico e degradato pur trovandosi a pochi passi dal centro di Roma e
dai Parioli e Corso Francia, cioè due tra i quartieri più ricchi della città.
Prima che venisse completato l’Auditorium, se non ricordo male era il 2002, con il mercato immobiliare in espansione, potevano bastare 200.000 euro per acquistare un
appartamento tipo con soggiorno e due camere da letto, più o
meno la stessa cifra necessaria ad esempio per acquistare a Conca d’Oro e a Talenti, quartieri decisamente più periferici.
Dettagli del Villaggio Olimpico |
Il secondo è di essere ancora oggi un quartiere poco
vissuto, con poche persone in giro, pur essendo dotato di spazi pubblici sconfinati,
tra piazze e aree verdi. Infatti a tutti gli ampi spazi esterni compresi tra
gli edifici, bisogna aggiungere i piani terra quasi sempre svuotati, i
cosiddetti pilotis tanto cari a Le Corbusier che li teorizzò negli anni venti e
che qui troviamo praticamente in tutto l’intervento, quasi come elemento unificatore. La loro applicazione
permette, secondo le idee espresse da LC nei famosi 5 punti e riprese da
moltissimi architetti negli anni successivi anche recenti, la libera
circolazione delle persone e la permeabilità visiva a livello del piano terra.
Il principio in sé potrebbe essere anche interessante, ma oggi possiamo vederne
soprattutto gli effetti negativi, come ho già avuto modo di scrivere in Le Corbusier e i pilotis. Nel caso del Villaggio Olimpico, e non solo in questo,
risulta piuttosto evidente come le persone non provino un particolare piacere
nel passeggiare sotto gli edifici, soprattutto perché quelle zone sono buie e
prive di cose interessanti, se non sono occupate dalle auto e dalle moto in sosta.
I pilotis del Villaggio Olimpico |
Proprio a proposito dei piani terra, non posso fare a
meno di pensare a che quartiere meraviglioso potrebbe diventare se lo spazio
dei pilotis fosse restituito alla vita del quartiere e integrato in un progetto serio e meditato di riutilizzo del suolo alla scala umana. Provate ad immaginare se
alla base degli edifici ci fossero degli appartamenti con giardino e delle
attività commerciali, senza escludere attraversamenti delle linee e permeabilità visiva, e se tutte le strade interne, ripavimentate con materiali
durevoli che riducano velocità e rumore, diventassero a traffico locale, con
preferenza per le biciclette e i pedoni. Sono sicuro che rinascerebbe e l’operazione potrebbe anche avere delle solide basi economiche,
sia grazie agli incrementi di cubatura residenziale e commerciale, che alle
questioni energetiche. Il piano terra libero infatti, oltre ad essere
funzionalmente inutile, a parte per il parcheggio che però lo deturpa, costituisce anche un fattore
non indifferente di dispersione termica per l'edificio. Aggiungiamoci anche il fatto che tutta
la parte al di sotto del viadotto di Corso Francia potrebbe molto facilmente e
senza grandi costi diventare un parcheggio schermato dal verde e liberare molte aree dalle auto in sosta.
Edifici in linea a formare la corte quadrata |
Post scriptum 1/10/2019
Elaborazione mia sulla base di google maps |
Ho realizzato in maniera abbastanza estemporanea questa rappresentazione dei lotti e degli architetti del Villaggio Olimpico soprattutto grazie al breve contributo di Paolo Melis contenuto nella monografia dedicata a Monaco e Luccichenti che ricostruisce abbastanza chiaramente il quartiere in base ai contributi dei vari architetti.
Ho avuto anche modo di osservare meglio le numerose variabili architettoniche presenti nelle facciate apparentemente uniformi. Non sorprende ad esempio che Moretti, probabilmente la personalità più forte ed inquieta del gruppo, sia quello che ha cercato con più determinazione di frantumare l'uniformità delle facciate attraverso l'inserimento di tagli verticali e diradamenti nel rivestimento dei fianchi ciechi, l'avanzamento della fascia del parapetto rispetto al corpo di fabbrica e l'applicazione in facciata di elementi verticali discontinui rivestiti in mattoni.
Ho avuto anche modo di osservare meglio le numerose variabili architettoniche presenti nelle facciate apparentemente uniformi. Non sorprende ad esempio che Moretti, probabilmente la personalità più forte ed inquieta del gruppo, sia quello che ha cercato con più determinazione di frantumare l'uniformità delle facciate attraverso l'inserimento di tagli verticali e diradamenti nel rivestimento dei fianchi ciechi, l'avanzamento della fascia del parapetto rispetto al corpo di fabbrica e l'applicazione in facciata di elementi verticali discontinui rivestiti in mattoni.
Nessun commento:
Posta un commento