24 dicembre 2012

preferisco il Bauhaus alla Garbatella

[…] dovendo scegliere fra il localismo (il campanile) e l’internazionalità (Bauhaus e dintorni) ho sempre scelto la seconda […]
Questa frase di Pietro Barucci, che condensa in poche parole il senso della sua opera e del suo pensiero, è contenuta in un pezzo della sua grande fatica recente, "Scritti di architettura 1987-2012" , uscita proprio in occasione dei suoi 90 anni. Nel 2012 i 90 anni li ha compiuti anche un altro grande personaggio dell'architettura romana Lucio Passarelli, autore del bellissimo e famosissimo edificio di via Campania a Roma, e giustamente la Facoltà di architettura di Valle Giulia a Roma li ha festeggiati pochi giorni fa.


20 dicembre 2012

architettura e civilizzazione

Ancora Mies van der Rohe da Gli scritti e le parole


...Sempre, fin da quando ero giovane, ho provato a capire l'architettura
Continuo ancora oggi. 
Passo dopo passo, mi sono avvicinato a comprendere di che cosa tratta l'architettura. 
L'architettura deve essere in stretta relazione con la civilizzazione in cui viviamo, oppure non è nulla...  
(Incontrare Mies - intervista a Mies van der Rohe del 1964)

... Tempo fa sapevo che l'architettura doveva essere relazionata al nostro tempo, ma ora credo che essa possa "solo" essere l'espressione della nostra civilizzazione...
(Un classico moderno - intervista a Mies van der Rohe del 1966)

Forse in queste parole, come sempre chiare e sintetiche, c'è la risposta alla mia domanda.


17 dicembre 2012

inserimento urbano

In questi ultimi lunghi anni di protagonismo dell'architettura da copertina e delle archistar, gli aspetti riguardanti l'inserimento nella città sono rimasti spesso in secondo piano, soprattutto dal famoso motto di Koolhaas "fuck the contest", che, con l'intento di liberare gli architetti da un pesante, falso e brutto storicismo (leggi postmoderno), ha gettato le basi per un periodo di completa insensibilità nei confronti della città e delle sue regole principali. 

L'architetto francese Edouard François è intervenuto con una specie di collage urbano nella periferia di Parigi. L'edificio è nuovo e fa parte di un unico progetto, che l'autore racconta così: Assumendo il fatto che la città è un organismo complesso, abbiamo sovrapposto elementi che si trovano sul posto: villette a schiera alla base, un blocco di abitazioni degli anni '50 nella parte centrale e in copertura case unifamiliari. Li abbiamo organizzati come archetipi da leggere dal basso verso l'alto. La complessità di questo progetto consiste nella sovrapposizione verticale di questi elementi strutturali, muovendo le tre tipologie in maniera indipendente.