Avevo già scritto su questo blog un post intitolato Inseguendo Lafuente, proprio come il libro appena pubblicato come indipendente su Amazon e come la ricerca fotografica che mi ha accompagnato negli ultimi anni.
Studio Monaco - Amedeo Luccichenti
collaboratore Julio Lafuente
Case al mare, Santa Marinella 1952-54 |
Julio Lafuente con Gaetano Rebecchini
Palazzina in via Vitellia, Roma 1955
Alla luce del panorama odierno dell’architettura in Italia e in Spagna, e della scarsa conoscenza di quella italiana e soprattutto romana degli anni cinquanta e sessanta, la vicenda professionale dell’architetto Julio Lafuente è piuttosto incredibile, ma probabilmente lo fu anche allora.
Julio Lafuente con Gaetano Rebecchini
Intensivo Trastevere I, Roma 1955
Intensivo Trastevere II, Roma 1957
Il libro prende spunto dai miei incontri casuali con le architetture legate a Lafuente, inquadrate a posteriori nella vicenda dell’architetto, che nel 1952 voleva andare a New York perché si era innamorato del Seagram Building di Mies e voleva costruire, ma, su consiglio di un amico di Madrid, finì nella più vicina Roma, dove l’architettura moderna si stava sviluppando molto nei villini e nelle palazzine dei Parioli (molte dello studio Monaco Luccichenti).
Julio Lafuente con Gaetano Rebecchini
Palazzine in via Conca, Roma 1964
Villa Fiorita in via di Villa Betania, Roma 1965
Il titolo Inseguendo Lafuente non avrebbe neanche bisogno di spiegazioni se non nascondesse un divertente paradosso, il fatto che in un certo senso è stato lui ad inseguire me, visto che ho scoperto più volte casualmente opere sue, da collaboratore e da architetto, in posti diversi e in situazioni inaspettate, a dimostrazione del fatto che Roma Moderna è così poco conosciuta e raccontata, che è più facile incontrarla per strada che sui libri.
Julio Lafuente con Gaetano Rebecchini
Intensivo Trastevere III, Roma 1964
Intensivo Ippolito Nievo II, Roma 1977
Nessun commento:
Posta un commento