11 gennaio 2018

#romadallabici Il Celio

In maniera probabilmente molto personale nelle mie esplorazioni, in bici e a piedi, identifico il cuore del rione Celio e quindi la mia meta preferita con piazza dei Ss Giovanni e Paolo, un luogo magico ricco di storia e di architettura (e oggi di auto in sosta purtroppo!).
Da qui si hanno tre possibilità:
- scendere per il Clivo di Scauro fino al complesso di San Gregorio
- entrare a Villa Celimonatana
- percorrere l'incredibile via di S.Paolo della Croce fino all'Arco di Dolabella
Ciascuna delle tre opzioni permette la scoperta di una quantità incredibile di piccoli e grandi tesori in uno dei paesaggi urbani più particolari rimasti a Roma.

Il Rione Celio, che come l'Esquilino prende il nome da uno dei sette colli su cui la leggenda confermata dagli studi archeologici narra sia stata fondata Roma, è stato istituito dal punto di vista amministrativo solo nel 1921 in seguito ad una suddivisione del Rione Campitelli. I suoi confini non coincidono perfettamente con la geografia del colle, peraltro non così facile da ricostruire oggi dopo tanti secoli di costruzioni e riempimenti delle valli anche perchè si trova mediamente poco sotto i 50 m sul livello del mare.

Mappa del Rione Celio (AnnaZelli.com)


All'interno dei suoi confini troviamo monumenti incredibili, addirittura il Colosseo, ma non è mia intenzione imbarcarmi in un trattato storico-archeologico sul Celio, cosa già fatta egregiamente da studiosi molto più qualificati di me, quanto cercare di illustrare attraverso alcune foto la bellezza di luoghi carichi di storia e depositari di particolarità architettoniche e paesaggistiche ancora oggi vive nonostante le trasformazioni nel tempo fino alla modernità. 




ia di S.Paolo della Croce e il muro del Convento

L'ultima e più recente violenza, fortunatamente non irreversibile, è quella di aver trasformato piazza dei Ss Giovanni e Paolo - non tutta grazie al provvidenziale arredo urbano - e via di S.Paolo della Croce in una zona di parcheggio a servizio della sede Mediaset (e della chiesa in occasione dei matrimoni). Fatto particolarmente grave se consideriamo la preziosità di un ambiente urbano che, rimasto quasi intatto nel tempo, ci restituisce probabilmente l'immagine di com'era Roma prima dell'avvento della modernità, una città di 'orti' e conventi separati da muri di cinta.

Dislivelli tra via Labicana e la zona del Colle Oppio
Le opzioni per raggiungere il Celio in bici sono molte in mancanza di piste e percorsi ciclabili e l'ultima volta l'ho fatto attraverso un percorso estremamente affascinante e ricco di sorprese. Imboccata via Merulana da Santa Maria Maggiore - qui se avete tempo e capitate nell'orario giusto non vi perdete la chiesa di Santa Prassede con i suoi incredibili e antichissimi mosaici medievali - ho svoltato poi a destra a via Mecenate e proseguito su via Muratori e Crescimbeni per scendere all'incrocio con via Labicana in un ambiente urbano molto caratteristico tra palazzine primo novecento e scalinate scenografiche.

Abside medievale - Chiesa dei Santi Quattro Coronati
Attraversata via Labicana si prosegue lasciandosi a destra la basilica di San Clemente, più avanti a sinistra si lambisce la bellissima abside dei Ss Quattro Coronati dove si prosegue svoltando a destra con vista Colosseo e poi a sinistra risalendo fino alla sterminata piazza Celimontana, su cui si affaccia l'ospedale militare, divenuta oggi un grande parcheggio.

Arrivati qui ci troviamo sulla destra un muro di confine piuttosto lungo ed estremamente caratteristico che unisce la chiesa di Santa Maria in Domnica con l'Arco di Dolabella, inglobando numerosi elementi architettonici e scultorei come traccia delle diverse costruzioni esistenti.

Portale cosmatesco - Ex ospedale dei Trinitari
Se passiamo sotto l'arco ci troviamo sulla già citata via di S.Paolo della Croce verso i Ss Giovanni e Paolo, proseguendo invece sulla piazza incontriamo il nuovo ingresso principale a Villa Celimonatana in asse con il cinquecentesco Palazzetto Mattei oggi sede della Società geografica italiana. Proprio di fronte al portale di ingresso alla villa si trova un'altra particolare emergenza romana, l'antichissima chiesa circolare di Santo Stefano Rotondo oggi riaperta dopo un lunghissimo restauro.

Elementi di architettura - Chiesa di Ss Giovanni e Paolo
Santi Giovanni e Paolo - Costruita nel 400 nella casa che avevano abitato questi due fratelli martiri. Il portico sul quale si leggono quattro versi latini è del dodicesimo secolo. Chiesa interessante, restaurata male nel 1822. (Stendhal - Passeggiate romane, 1829)


Ingresso a Villa Celimontana e chiesa dei Ss Giovanni e Paolo
Il portale di ingresso da piazza dei Ss Giovanni e Paolo, nella foto qui sopra ripreso dall'interno, reca scolpita la data del 1650 quando Girolamo Mattei allora unico proprietario della villa, la ampliò verso la piazza e chiamò Bernini per realizzare due fontane oggi perdute.

Dettaglio del casino rinascimentale che domina la villa
Fu proprio la famiglia Mattei a realizzare il palazzetto rinascimentale nella seconda metà del '500 dopo aver acquistato la proprietà e averla trasformata in un elegante giardino ricco di statue e fontane, disegnato da viali alberati e con bellissimi affacci sulla città sottostante.


La Fontana del fiume e sullo sfondo il Gazometro
Passeggiando per Roma ogni giorno si scopre qualche punto da cui si gode un panorama magnifico. Per due ore siamo rimasti in contemplazione all'estremità di uno dei viali di villa Mattei... (Stendhal - Passeggiate romane, 1829)


Portale di ingresso ai resti della Biblioteca di Agapito

Scendendo per il Clivo di Scauro verso San Gregorio si passa, sotto una successione di archi in mattoni, davanti all'ingresso delle case romane del Celio che si trovano proprio sotto Ss Giovanni e Paolo. Appena lasciato a sinistra l'abside della chiesa si incontra a destra un bel portale seicentesco in pietra con affresco di San Gregorio opera di Flaminio Ponzio per il cardinale Scipione Borghese, ingresso ai resti della Biblioteca di Agapito risalente al VI secolo d.C.


Dettaglio della facciata dei tre oratori di San Gregorio
Arrivati a piazza di San Gregorio, prima di farsi distrarre dalla posizione meravigliosa (cit. Stendhal) della chiesa omonima con la monumentale facciata sopra la scalinata, bisognerebbe volgere lo sguardo a sinistra per scorgere attraverso la vegetazione un interessante impianto scenografico  realizzato all'inizio del seicento e composto dall'accostamento delle facciate di tre oratori, Sant'Andrea, Santa Silvia e Santa Barbara, che affacciano su un piccolo orto e ospitano al loro interno importanti affreschi seicenteschi.

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