...Una delle più rilevanti differenze tra la città del passato e la città contemporanea sta nei rispettivi rapporti di copertura; un punto che è stato costantemente messo in luce dagli urbanisti del secolo XX...
...Chiunque metta oggi a confronto la mappa di una parte di città costruita nel XX secolo, con quella di una parte di città ottocentesca o di epoche precedenti non può che notare la radicale differenza tra i rapporti di copertura conseguente a un'imponente espansione, nella città del XX secolo, dello spazio aperto...
...Ma entro uno spazio più dilatato il singolo oggetto architettonico ha assunto un'autonomia tecnica e formale che gli era prima sconosciuta; una libertà che ha distrutto grammatiche e sintassi, gerarchie e ordini precedenti; che, in particolare, si è opposta all'unificazione linguistica della città ottocentesca (Kaufmann, 1933)... (Bernardo Secchi, Prima lezione di urbanistica, 2000 - Cap. V Città moderna e città contemporanea)
Si dice che se nella città storica la percentuale dei vuoti è nell'ordine del 30-40%, in quella contemporanea si raggiungono addirittura punte del 95%.
Questi due ordini di grandezze ci dicono moltissimo sui problemi di identità propri della città contemporanea e di quella che, sempre più genericamente, definiamo periferia, che poi altro non è che una corona più o meno estesa che circonda la città consolidata.
La necessità di lavorare sul rapporto tra le parti e sul tentativo di dare funzioni e identità a questo insieme enorme di "spazi aperti" è la vera sfida che si trova ad affrontare oggi la città, considerando che a questi vuoti progettuali creati e voluti dall'urbanistica moderna (le corbusier e i pilotis), si aggiungono e continueranno ad aggiungersi con il passare del tempo, quelli creati dalle grandi dismissioni di aree anche centrali che hanno perso la loro funzione originaria.
Salve, volevo dire che la "sfida" di cui lei parla a mio parere non è delle città ma è una sfida che riguarda la figura dell'architetto. Oggi, la maggior parte degli spazi aperti, sono luoghi degradati e ricucire le relazioni, tra più spazi della stessa città, è compito di qualcuno che riesca ad avere diversi punti di vista, che riesca a vedere il futuro di questi luoghi quando ancora sono luoghi perduti, quando sono non-luoghi...nel rispetto della cultura, ovviamente, degli abitanti che ci vivono.
RispondiEliminaQuando parlavo di sfida per la città naturalmente pensavo alla "missione" dell'architetto. Grazie.
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