Gaetano Minnucci nasce a Macerata nel
1896. Nel 1920 si laurea alla Regia
Scuola di applicazione per gli
ingegneri. Con Luigi Piccinato fonda il Gur (Gruppo
urbanisti romani), in cui verranno
elaborati i Piani regolatori di
Padova e Brescia e il Programma
urbanistico di Roma. Partecipa alla
costituzione del Miar (Movimento
italiano architettura razionale) dove
con Adalberto Libera organizza la
prima Esposizione italiana di
architettura razionale. Tra il 1932 e
il 1935 è addetto alla direzione dei
lavori della città universitaria di
Roma come segretario dell'architetto
capo Marcello Piacentini, con
l'incarico di studiare l'acustica
dell'aula magna e di ricercare
l'applicazione di nuovi materiali da
costruzione...
La sua esperienza progettuale si basa
sulla scienza delle costruzioni e
sulla conoscenza dei nuovi materiali
che il mercato gli offre. Nelle sue
opere Minnucci unisce estetica e
tecnologia; egli riesce a fondere
sapientemente tecnica e funzionalità,
una perfetta integrazione tra forma e
struttura. Gli edifici degli anni
Trenta ne sono la prova come: il
dopolavoro destinato al Circolo del
littorio e la casermetta destinata
alla legione universitaria. Queste
idee architettoniche vengono
confermate nelle opere successive
come la Casa Gil a Montesacro, il
Collegio navale Gil a Brindisi e il
Palazzo degli uffici all'Eur... (Gaetano Minnucci nell'archivio del MiBAC)
L’esposizione del Ventotto rappresentò l’ingresso ufficiale degli
architetti italiani nel seno del movimento razionalista europeo. In
seguito, infatti, il comitato svizzero responsabile della mostra alla
Galleria Moos di Ginevra incaricò Rava e Sartoris di scegliere le opere
da presentare e il Minnucci fu uno dei «21 Artistes du Novecento Italien». Ma
soprattutto aprì le porte ad alcuni esponenti della cultura
architettonica italiana ai Congressi internazionali di architettura
moderna (CIAM), che furono organizzati proprio a partire dal 1928 su
iniziativa di Le Corbusier (C.-E. Jeanneret-Gris) con lo scopo di
studiare e propagandare i fondamenti dell’architettura moderna, lo
stesso obiettivo che il Minnucci insieme con Libera avevano espresso
nell’introduzione al catalogo della mostra...
Nel 1962 il Minnucci ricevette la medaglia d’oro del ministero della Pubblica
Istruzione quale benemerito della scuola, della cultura e dell’arte.
Il modo di pensare l’architettura del Minnucci, come ricordava Cigni nel suo
intervento pubblicato nel catalogo della mostra del 1984 presso
l’Accademia di S. Luca, era di tipo logico-sequenziale, «si potrebbe
dire scientifico, nel senso che nulla doveva essere affidato alla pura
fantasia, senza precisi e vincolanti riscontri tecnici e funzionali. Per
questo io credo che non abbia mai avuto una figura di riferimento
precisa; anche nella sua lunga milizia culturale penso non sia stato mai
completamente e criticamente allineato... ((Minnucci sull'enciclopedia Treccani)
Probabilmente le due realizzazioni romane più importanti del Minnucci sono l'edificio dell'EUR e quello di Viale Adriatico, che ancora oggi possiamo apprezzare nella loro eleganza e dinamica compositiva e nella capacità di inserirsi nella città, creando spazi urbani di qualità.
L'edificio degli uffici dell'EUR, oggi Museo, è piuttosto ben conservato, anche se inondato di auto anche nei cortili interni come quasi tutto il quartiere e praticamente infotografabile senza incorrere in problemi di "privacy".
Quello di Monte Sacro, la Ex Gil, utilizzato quasi in tutte le sue parti con funzioni piuttosto diverse tra di loro, oltre che dalla destinazione originale, versa in condizioni di degrado abbastanza avanzato in alcune sue parti (vedi foto sopra) e ha subito interventi e superfetazioni edilizie poco sensibili alla struttura e allo spirito originario dell'opera.
Non meriterebbero più rispetto?
L'edificio degli uffici dell'EUR, oggi Museo, è piuttosto ben conservato, anche se inondato di auto anche nei cortili interni come quasi tutto il quartiere e praticamente infotografabile senza incorrere in problemi di "privacy".
Quello di Monte Sacro, la Ex Gil, utilizzato quasi in tutte le sue parti con funzioni piuttosto diverse tra di loro, oltre che dalla destinazione originale, versa in condizioni di degrado abbastanza avanzato in alcune sue parti (vedi foto sopra) e ha subito interventi e superfetazioni edilizie poco sensibili alla struttura e allo spirito originario dell'opera.
Non meriterebbero più rispetto?
Non solo meriterebbe più rispetto, sia questa che tutte le altre architetture degne di questo nome, ma meriterebbe una meditazione in più proprio la capacità di creare spazi urbani di qualità che, come dici, questa architettura italiana moderna prodotta negli anni '30 mantiene pur nella piena consapevolezza di dover superare la città ottocentesca.Capacità che come è noto non sarà più ritrovata. La meditazione dovrebbe concernere anche il perchè e il quando questa capacità si è persa, considerando che proprio gli esiti di questa architettura moderna italiana escludono che la causa sia appunto la modernità.Voglio dire: le città italiane potevano continuare ad essere moderne senza naufragare?
RispondiEliminaun caro saluto. Massimo Rosolini
Sono perfettamente d'accordo con le tue considerazioni e mi sembra che la domanda finale, anche se non nuova, è ancora ben lontana dall'avere una risposta.
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