Con l'iscrizione del paesaggio vitivinicolo di Langhe - Roero e Monferrato avvenuta lo scorso 22 giugno, l'Italia ha raggiunto quota 50 nella lista dei siti mondiali iscritti nel patrimonio Unesco.
Il nostro paese quindi conferma la prima posizione nel mondo, inaugurando anche una nuova categoria nella prestigiosa classifica, quella cioè di una serie di aree, sei per la precisione, legate alla produzione del vino, a formare i paesaggi vitivinicoli del Piemonte:
Le sei aree Unesco e le zone di rispetto intorno |
La Langa del Barolo comprende i territori storicamente
favorevoli alla coltivazione del vitigno Nebbiolo, da cui si produce il vino
rosso a lungo invecchiamento denominato Barolo. Borghi medievali quali Barolo,
Castiglione Falletto e Serralunga d’Alba si caratterizzano per l’imponente
presenza di castelli.
Il Castello di Grinzane Cavour fu
dimora di Camillo Benso Conte di Cavour nella prima metà del XIX secolo. Attualmente
polo d’eccezione per la conoscenza e la valorizzazione della cultura
vitivinicola dell’intero comprensorio di Langhe-Roero e Monferrato.
Le colline del Barbaresco dove
troviamo i vigneti prevalentemente coltivati a Nebbiolo, da cui si produce il
vino rosso a lungo invecchiamento denominato Barbaresco, tra i grandi vini
italiani riconosciuti a livello internazionale e i borghi di Barbaresco e Neive.
Nizza Monferrato e il Barbera è l’area
selezionata all’interno del territorio della DOCG Barbera d’Asti, e nello
specifico all’interno della sottozona ‘Nizza’. Qui si produce l’omonimo vino
rosso, il vino piemontese più esportato all’estero.
Canelli e l’Asti Spumante, all’interno
del territorio della DOCG Asti, e nello specifico all’interno della sottozona
‘Canelli’, è un’area prevalentemente coltivata a Moscato Bianco. Da questo
vitigno si produce il vino spumante aromatico Asti, il vino bianco italiano
più esportato all’estero.
Il Monferrato degli Infernot è un’area
caratterizzata dalla diffusione di una singolare tipologia di manufatto
architettonico scavato nella cosiddetta Pietra da Cantoni e utilizzato
per la conservazione domestica delle bottiglie, che rappresenta una vera e propria opera d’arte
legata al “saper fare” popolare.
La curiosità per questi luoghi, molte volte evocati parlando delle Langhe di Pavese e Fenoglio, mi ha spinto a visitarli, soprattutto dopo che erano entrati nel patrimonio Unesco.
Si tratta di una zona estremamente "centrale" per la storia italiana passata e presente, basti pensare al Regno d'Italia con la famiglia Savoia e ad un protagonista dell'Unità come Cavour ieri e al movimento dello slow food con Eataly e Grom oggi, ma curiosamente quasi sempre ai margini delle cronache e mai sotto i riflettori come Roma, Milano, Napoli, Firenze e Venezia...
Si tratta di una zona estremamente "centrale" per la storia italiana passata e presente, basti pensare al Regno d'Italia con la famiglia Savoia e ad un protagonista dell'Unità come Cavour ieri e al movimento dello slow food con Eataly e Grom oggi, ma curiosamente quasi sempre ai margini delle cronache e mai sotto i riflettori come Roma, Milano, Napoli, Firenze e Venezia...
Una terra questa, per molti anni l'orto di Milano e Torino, di contadini che oggi sono divenuti imprenditori internazionali grazie alla produzione del vino e al turismo eno-gastronomico mondiale. Infatti i turisti stranieri - ne abbiamo incontrati addirittura di Taiwan! - apprezzano molto questo tipo di "vacanza", immersa nei territori agricoli senza tempo delle colline italiane.
Probabilmente gli itinerari eno-gastronomici attraverso i territori agricoli italiani sono la versione contemporanea del "Viaggio in Italia", quello che nell'Ottocento si chiamava Grand Tour e che tutti gli intellettuali europei e americani, da Goethe a Stendhal, hanno fatto e raccontato attraverso libri e diari ancora oggi molto conosciuti.
Il riconoscimento dell'Unesco, a lungo rincorso attraverso molto lavoro, rappresenta un traguardo, ma anche e soprattutto un punto di partenza per una giusta valorizzazione del territorio.
La Morra, una delle tante bandiere arancioni della zona insieme a Barolo, Cherasco, Grinzane Cavour, Monforte d'Alba e Neive
(che è anche tra i borghi più belli d’Italia), offre un panorama spettacolare su tutta l'area delle Langhe e permetta una lettura perfetta della morfologia del territorio.
Da Agorà - La Morra agosto 2014 |
Panorama da La Morra |
Durante la bella (e faticosa) passeggiata da La Morra a Barolo e ritorno in mezzo alle vigne del barolo appunto, ho attraversato il Borgo Cerequio, probabilmente uno degli esempi più interessanti della zona di riqualificazione del territorio in chiave turistica ed eno-gastronomica.
Il committente Michele Chiarlo e gli architetti Simona De Paoli, Mariano Mulazzani e Luigi Duretto hanno trasformato un antico borgo, probabilmente settecentesco, in una struttura ricettiva contemporanea chiamata Palas Cerequio, attraverso un intervento di ristrutturazione, manutenzione straordinaria e risanamento conservativo di tre fabbricati rurali per un totale di 800mq di superficie lorda complessiva.
Sono stati creati ambienti dal gusto contemporaneo e "classico", attraverso un attento studio dei materiali, degli spazi esterni e del verde, mantenendo senza conflitti quel binomio vincente tra antico e moderno che forse è la vera sfida futura per noi italiani, se vogliamo valorizzare i nostri territori senza stravolgerli e distruggerli, ma "riattualizzandoli". L'idea di trattare in maniera più libera e contemporanea gli edifici di minor pregio, riservando la conservazione per quello più importante è stata una guida perfetta per l'intervento.
I vigneti e il Borgo Cerequio |
Il committente Michele Chiarlo e gli architetti Simona De Paoli, Mariano Mulazzani e Luigi Duretto hanno trasformato un antico borgo, probabilmente settecentesco, in una struttura ricettiva contemporanea chiamata Palas Cerequio, attraverso un intervento di ristrutturazione, manutenzione straordinaria e risanamento conservativo di tre fabbricati rurali per un totale di 800mq di superficie lorda complessiva.
Immagini del Palas Cerequio ieri e oggi dall'architetto Simona De Paoli |
Immagini del Palas Cerequio da opera wedding e booking |
La vicina Cappella della Madonna delle Grazie, detta Sol Lewitt (gli interni sono di David Tremlett), coraggiosa esplosione di colore nel paesaggio, dimostra la capacità che hanno questi territori di confrontarsi con la contemporaneità.
Cappella Sol Lewitt presso La Morra |
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