Lo sapevo che alla fine lo avrei scritto un post morettiano, riferito a Nanni Moretti e alla sua splendida intuizione del giro in vespa per Roma ad osservare le case, perchè come dice giustamente lui, le città sono fatte di case.
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Anche io amo girare per la mia città, non solo la mia naturalmente, a guardare le case, forse perchè sono un architetto, ma forse non solo per questo.
Mi piace sempre di più farlo e credo che lo preferisco anche al cinema ormai. Un po' perchè il cinema nei tempi recenti mi sembra poco in forma, un po' perchè le case di Roma sono mediamente piuttosto interessanti, anzi ce ne sono molte proprio notevoli.
Più che le case in se però in molti casi è lo spazio di vita che generano che mi attira di più, soprattutto i tipici cortili con gli alberi visibili dalla strada e il cielo spesso azzurro contribuisce non poco alla qualità della "fotografia" romana.
Vedute dall'esterno di Villa Riccio |
Ormai nella mia mente si è formata una specie di mappa della città con le zone che mi piacciono, anche se certamente non posso dire di conoscerle tutte.
Ultimamente quelle realizzate nella prima epoca moderna che coincide con la prima metà del Novecento sono le mie preferite.
Si tratta infatti di parti di città che oggi, con una capacità di analisi più libera e forte del passaggio del tempo, possono essere considerate a ragione tra le più belle.
Fondamentali per la loro riuscita sono stati una serie di elementi come l'attenzione per lo spazio non costruito, grazie ad una giusta miscela tra pubblico e privato, il gusto moderno in equilibrio tra la ricerca formale e una superstite vena classicista, tra la plasticità e il rigore, tra la funzionalità e il ricorso non esagerato alla decorazione. Abbiamo assistito nel primo '900 ad una rivoluzione morbida dell'urbanistica e dell'architettura, con la realizzazione di molti edifici, isolati e parti di città secondo un disegno che ha ripreso, modernizzandole, l'idea tradizionale di città con le strade e le piazze e l'architettura della tradizione con l'utilizzo di basamenti, modanature e cornici. Quella guidata dal famoso piano del 1909, ma non solo.
Area del quartiere Flaminio da google maps |
Pensavo già da tempo di inaugurare un nuovo ciclo di articoli dedicati alle case di Roma e finalmente è giunto il momento di rompere il ghiaccio, cominciando dall'ultimo, cioè da quello che ad oggi è la mia ultima scoperta (pur essendoci passato davanti moltissime volte).
Un bellissimo fronte sul Tevere realizzato intorno agli anni '20 (del 1900).
Precisamente quel tratto di lungotevere Flaminio compreso tra Via Vespignani e Largo Antonio Sarti, che corrisponde a due complessi residenziali tra i più interessanti, l'ICP Flaminio II e Villa Riccio. Forse non è una caso che sia protagonista il quartiere flaminio, sicuramente in tempi recenti uno dei più vivaci sulla scena romana, che ospita uno dei complessi residenziali moderni più ambiziosi della città, il Villaggio Olimpico, ha visto nascere due degli edifici contemporanei più prestigiosi, il nuovo Auditorium e il Maxxi e nell'area delle ex caserme di Via Guido Reni è destinato (chissà quando...) ad una trasformazione urbana importante.
Quindi mi sono divertito a fotografarlo questo tratto di Lungotevere Flaminio partendo da sinistra, cioè da Via Vespignani, fermandomi ogni volta con la bicicletta in corrispondenza dei punti più significativi, in genere il centro dei pieni e dei vuoti, per avere queste sequenze di foto.
Un bellissimo fronte sul Tevere realizzato intorno agli anni '20 (del 1900).
Precisamente quel tratto di lungotevere Flaminio compreso tra Via Vespignani e Largo Antonio Sarti, che corrisponde a due complessi residenziali tra i più interessanti, l'ICP Flaminio II e Villa Riccio. Forse non è una caso che sia protagonista il quartiere flaminio, sicuramente in tempi recenti uno dei più vivaci sulla scena romana, che ospita uno dei complessi residenziali moderni più ambiziosi della città, il Villaggio Olimpico, ha visto nascere due degli edifici contemporanei più prestigiosi, il nuovo Auditorium e il Maxxi e nell'area delle ex caserme di Via Guido Reni è destinato (chissà quando...) ad una trasformazione urbana importante.
Quindi mi sono divertito a fotografarlo questo tratto di Lungotevere Flaminio partendo da sinistra, cioè da Via Vespignani, fermandomi ogni volta con la bicicletta in corrispondenza dei punti più significativi, in genere il centro dei pieni e dei vuoti, per avere queste sequenze di foto.
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