Piazza San Silvestro si trova nel cuore di Roma, a 5 minuti a piedi da Fontana di Trevi e da Piazza di Spagna, a un passo da Montecitorio, dalla bella e rinnovata Galleria Alberto Sordi (ex Galleria Colonna, abbandonata al degrado per anni e si stenta a crederlo...) e dall'ex edificio della Rinascente (oggi Zara sigh!) di Giulio De Angelis.
Proprio grazie a questa invidiabile posizione, da molti anni era divenuto un grande capolinea di autobus e quindi un punto di riferimento importante per la città.
Una delle principali critiche mosse all'intervento è quella di aver eliminato un nodo di scambio importante del trasporto pubblico senza un piano alternativo. La sensazione è che siano stati allungati i percorsi degli autobus e non sembra proprio una grande idea, vista l'efficienza dei mezzi romani. La fermata di Largo Chigi è molto carica e in un marciapiede piuttosto stretto (nella foto sopra a destra), si contano più di dieci autobus e vi lascio immaginare l'affollamento e la difficoltà nel salire sul "proprio" quando è dietro ad altri due o tre. Insomma il trasporto pubblico non sembra funzionare meglio di prima. Perchè cambiare allora? Non era meglio sistemare la piazza-capolinea rinnovandola e ordinandola, concedendo più spazio ai pedoni, introducendo sistemi di informazione più contemporanei e trasformandola in un grande snodo del trasporto pubblico moderno, magari con un occhio alla sostenibilità energetica? Esagerato!!!!
La vicenda è stata anche viziata da una procedura piuttosto strana. Il sindaco Alemanno non ha gradito il progetto e ha chiesto all'architetto Portoghesi (chi glielo ha fatto fare, caro professore...) di intervenire per ridisegnare la piazza e "romanizzarla". Si è trattato in pratica di una consulenza progettuale gratutita per un appalto pubblico, che ha provocato le polemiche di molti architetti e, a opera conclusa, una lettera con richiesta di chiarimenti dall'Ordine degli Architetti di Roma all'Amministrazione Capitolina.
Non è certo l'unico esempio di procedura poco ortodossa in edilizia, visto che siamo tanto pieni di leggi e regolamenti quanto di persone geniali che trovano il modo di aggirarle.
Tornando alla nuova piazza, inaugurata a fine marzo, consideriamo che si tratta comunque di un grande spazio pedonale per la città e i suoi numerosissimi turisti.
La piazza è piuttosto grande, più di 6000mq ed è stata divisa in due zone, separate da un percorso centrale, secondo uno schema apparentemente estraneo alla piazza e alla sua storia.
L'idea è quella di creare due geometrie piuttosto diverse, attraverso il disegno delle sedute, per due spazi di uguale natura, privi però di qualche elemento di riferimento.
Le sedute in pietra sono solide e ben rifinite ed è evidente la loro romanità nel tocco di Portoghesi (sembrano restaurate più che nuove...), ma il centro degli spazi è vuoto. Perfettamente in linea con la storia per lo stile degli accessori, ma allo stesso tempo avulsa nella natura della piazza, così lontana da quelle romane, diverse si tra loro, ma sempre caratterizzate da almeno un punto di riferimento forte. Qui vediamo solo dei lampioncini e un gran numero di cestini, quelli belli dal design classico-moderno... Francamente il profilo in stile romano delle sedute e i sanpietrini a terra sono un po' poco per una vetrina così importante.
Per non parlare dell'assenza di ombra che non sia quella degli edifici un po' discutibile in una città che, per almeno due mesi all'anno, raggiunge costantemente temperature di 30 gradi.
Un altro fatto curioso è la mancanza quasi totale di un rapporto tra gli edifici e la piazza. Se si esclude un bar e la posta, i piani terra sono occupati da attività chiuse al pubblico o comunque poco frequentate. Trovandosi però, come detto, in una zona a forte vocazione commerciale, potrebbe essere facile attirare nuovi investimenti e nuove attività compatibili con la piazza, che negli ultimi anni stava soffrendo molto il suo isolamento dovuto alla presenza dei capolinea.
Qui sta la potenzialità dell'intervento, a patto che non si trasformi in un altro bazar...
Foto di gruppo con centurioni
Foto di gruppo con centurioni
sottoscrivo in pieno, caro architetto. quella piazza è l'ennesima occasione persa...
RispondiEliminaMa dove sono finiti i cessi del Giubileo? mancano solo quelli.. Ho capito! Si faranno dei buchi con apposita carotatrice sui sedili in travertino!! Ottima idea, che scemo non ci avevo pensato .. Geniale, bravi! Così non mancherebbe proprio nulla...
RispondiEliminaAlessandro.
Massimo, hai ragione, ma io sono sicuro che ci sono possibilità di miglioramento e il risultato di oggi è dovuto soprattutto all'inesperienza e alle troppe forze burocratiche in gioco.
RispondiEliminaAlessandro, avevo già ricevuto segnalazioni sugli aspetti riguardanti gli impianti idrico-sanitari (oggi eliminati), che ho colpevolmente trascurato nel mio pezzo. Sarà la formazione accademica dello scorso millennio che mi porta a privilegiare sempre gli aspetti formali.
Stefano, sei il solito signore: nella risposta tenti di spostare l'attenzione sulla voluta omissione nel post quando le omissioni e le brutture sono nel progetto, nella realizzazione, nella procedura di affidamento dell'incarico, nella visione della mobilità in città, devo continuare?... ma così li difendi...
RispondiEliminaQui non si tratta della tua formazione accademica, - come la mia del millennio scorso - ma di educazione civica e di professionalità degli attori del processo di trasformazione dello spazio pubblico attraverso un progetto, che di senso civico si nutre.
Il mio commento non è stato elegante, ma c'era una "suggestione" e del senso "pratico" , aspetti che non ho visto in piazza S.Silvestro...
Un abbraccio.
Alessandro Mari
Grazie per il signore, Alessandro. Io non attacco e non difendo nessuno in maniera personale, di principio o per appartenenza polito/partitica. L'imperativo è: fare le cose bene ed è l'unico aspetto che mi interessa. Nelle discussioni su Linkedin (ho fondato un gruppo che si chiama come questo blog)qualcuno ha parlato di edilizia etica,un termine che mi è piaciuto molto, di cui ci potremmo senz'altro accontentare, visto che l'architettura vera la possono fare in pochi.
RispondiEliminaUn caro saluto