Sembra quasi una provocazione, soprattutto se scritta in un blog come questo, intitolato Dov'è l'architettura italiana, ma è la verità; uno degli edifici contemporanei più belli di Roma, e con contemporaneo si intende realizzato negli ultimi 50-70 anni, è di un architetto danese.
Non si tratta di un edificio qualsiasi, ma dell'Accademia di Danimarca, dono dalla Fondazione Carlsberg, costruita su progetto dell'architetto Kay Fisker tra il 1962 e il 1967 nella zona di Valle Giulia nei pressi del laghetto di Villa Borghese, della Galleria Nazionale di Arte Moderna e della storica Facoltà di Architettura.
Non si tratta di un edificio qualsiasi, ma dell'Accademia di Danimarca, dono dalla Fondazione Carlsberg, costruita su progetto dell'architetto Kay Fisker tra il 1962 e il 1967 nella zona di Valle Giulia nei pressi del laghetto di Villa Borghese, della Galleria Nazionale di Arte Moderna e della storica Facoltà di Architettura.
Immagini dal pieghevole dell'Accademia Danese |
Nel sito dell'Accademia si possono trovare anche le foto dell'inaugurazione, avvenuta con cerimonia solenne il 24 ottobre del 1967, che io ho raccolto e riproposto qui sotto, per dovere di cronaca, ma soprattutto per rendersi conto di quanto sia cambiato il mondo in questi "pochi" anni, cosa piuttosto evidente sia dall'abbigliamento delle persone che dal modo di progettare e costruire gli edifici...
Immagini dell'inaugurazione dal sito dell'Accademia |
Irene De Guttry nella sua guida di Roma ha inserito l’edificio
solo nell’indice tra le opere di Luciano Rubino, citato quindi come
co-progettista, mentre Piero Ostilio Rossi gli ha giustamente dedicato una scheda,
in cui però non ha minimamente accennato alla partecipazione di Rubino al
progetto. Anche l'interessante sito archidiap ha dedicato una pagina all'edificio, con disegni e foto.
Immagini da archidiap e dalla Guida di Roma di P.O.Rossi |
Ho avuto modo di entrare
all’Accademia in occasione di un concerto di un gruppo di giovani musicisti
classici danesi, che si è tenuto nella piccola ed elegante sala-auditorium, situata sotto la corte principale al piano più basso dell’edificio e caratterizzata dal bianco delle pareti e del soffitto attrezzato e dal bel legno del pavimento.
Vi si accede direttamente dalla prima rampa della
lunga scalinata esterna e una volta entrati ci si trova di fronte un piccolo cortile con una
scultura contemporanea in travertino e sulla destra l’ingresso con il corridoio
di distribuzione che, attraversato l'edificio, conduce ad un patio di forma allungata su cui affacciano tutte gli
ambienti del livello inferiore.
Vedute degli spazi comuni esterni |
Anche l’interno è caratterizzato dalla
ricchezza dei materiali, i mattoni per il rivestimento, il legno per le porte e gli infissi esterni,
e dei dettagli architettonici, che dimostrano una particolare attenzione al
progetto e una sensibilità non comune.
L’edificio, pur nella sua
solidità data dalla purezza geometrica dei volumi e dall’utilizzo piuttosto
ampio di un materiale “pesante” come il mattone, ha un’articolazione che lo alleggerisce e lo rende ricco di prospettive diverse e frammentate.
Vedute generali dell'edificio dal lato di Via Omero |
E’ composto infatti da
tre blocchi principali di diverse dimensioni ed altezze, posizionati in maniera
non simmetrica intorno ad un cortile, molto sopraelevato rispetto alla quota
stradale, al quale si accede attraverso una lunga scalinata a forma di “z”,
composta da tre rampe.
Risulta piuttosto evidente la lezione scandinava sia
nell’importanza data alla creazione di spazi esterni comuni, che nell’attenzione data all'uso dei materiali
e dei colori naturali, sempre in armonia con il verde, fondamentali per la qualità complessiva dell’edificio.
Dettagli dell'edificio quasi interamente rivestito in mattoni |
La bella scalinata che conduce al cortile principale, quasi
interamente rivestita e pavimentata in mattoni, oltre a condurre lentamente
verso il cuore dell’edificio, offre allo stesso tempo una panoramica notevole
sui dintorni, dalle vicine Accademie di Svezia e di Romania a tutto il
complesso di Valle Giulia e al di sopra del verde rigoglioso si può scorgere il
rosso pompeiano della Facoltà di architettura di Del Debbio, che si trova
proprio di fronte .
Vedute dalla scalinata che conduce al cortile |
L’Accademia di Danimarca si trova
proprio in fondo a Via Omero, piccola strada quasi in quota con il laghetto di
Villa Borghese, che forse si può chiamare la strada delle Accademie, visto che
percorrendola si incontrano una dopo l'altra la egiziana, la olandese, la belga, la rumena e la svedese.
Dall’altra parte rispetto all'avvallamento dove corre Viale delle Belle Arti, ci sono poi la British School e
l’Istituto giapponese su Via Gramsci, mentre un po’ staccato nell'ultimo tratto di Viale Bruno Buozzi troviamo l’Istituto austriaco.
L'area di Valle Giulia e l'Accademia da Google Maps |
La zona è senz’altro una delle più belle di Roma e se fossi
un turista, e io che ci sono nato e ci vivo da sempre continuo ad esserlo, la
inserirei sicuramente nei miei itinerari preferiti perché non è possibile
perdere l’occasione di fare una passeggiata in un’area piena di verde tra Villa
Giulia, Villa Borghese e la Galleria Nazionale di Arte Moderna.
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