35+ Construyendo en democracia
Se capitate a Madrid entro l'8 Aprile, forse vi potrebbe interessare.
E' un'esposizione organizzata dal Ministerio de Fomento (Infrastrutture e Trasporti), con la collaborazione di 130 studi di architettura spagnoli (io non l'ho ancora vista).
Nel catalogo c'è una frase molto bella di Peter Zumthor, scelta per la sua "vicinanza" all'architettura spagnola in mostra, che recita più o meno così: L'architettura dovrebbe accogliere l'uomo, permettergli di viverla e abitarla e non opprimerlo con la sua chiacchiera.Si tratta di un The best of dell'architettura spagnola degli ultimi 35 anni, fino al 2010, in cui si possono vedere esposti ben 230 progetti sviluppati in questo intervallo di tempo.
Certo che, con il materiale a disposizione, fare una mostra di questo tipo è piuttosto stimolante, ma bisogna pur sempre avere l'idea e la voglia di farlo, soprattutto per promuovere, ammesso che ce ne sia bisogno, uno degli aspetti più importanti della vita culturale di ogni paese contemporaneo che si rispetti.
Immaginate solo per un attimo il nostro Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che organizza una mostra di questo tipo... E' davvero complicato (non solo immaginarlo), soprattutto poi se si prende in considerazione il periodo in questione, che corrisponde più o meno al letargo della nostra architettura, dopo i fasti dei decenni precedenti.
A questo proposito il mio post del 7 dicembre scorso, parlava proprio di Italia e Spagna: Spagna e Italia, così vicine, così lontane
La mostra è sicuramente un ottimo modo per riassumere le trasformazioni del territorio spagnolo, attraverso il lavoro costante degli attori principali, gli architetti e dei committenti pubblici e privati, che hanno voluto fortemente questo cambiamento.
Noi italiani, architetti e soprattutto committenti pubblici e privati, cosa vogliamo fare invece del nostro paese? La mostra è sicuramente un ottimo modo per riassumere le trasformazioni del territorio spagnolo, attraverso il lavoro costante degli attori principali, gli architetti e dei committenti pubblici e privati, che hanno voluto fortemente questo cambiamento.
Qual'è la nostra visione del futuro?
Abbiamo qualche tipo di visione del futuro dell'architettura e del territorio?
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