Sono tornato all'Accademia di Danimarca nelle giornate Open House del maggio scorso, per una lunga visita guidata dalla segretaria scientifica dell'Accademia, Anna Wegener, padrona di casa perfetta, desiderosa di far conoscere l'edificio e di raccontarci la storia della sua realizzazione.
Come ho già scritto mesi fa, il progetto architettonico è dell'architetto danese Kay Fisker, che dopo numerose ipotesi e varianti è giunto alla felice soluzione che oggi tutti possiamo vedere.
In realtà sfortunatamente non l'ha potuta vedere, perchè è morto due anni prima dell'inaugurazione dell'edificio, avvenuta come si legge nell'atrio di ingresso nel 1967.
Oltre al tempo richiesto per l'elaborazione del progetto e per le varianti richieste - Fisker aveva previsto un tetto a spiovente come nell'Università di Aahrus, ma il direttore volle una copertura piana - ci furono problemi amministrativi legati all'area di progetto, donata dal comune di Roma, tanto che la prima pietra dell'edificio fu posta fuori dal perimetro odierno.
Il corridoio di servizio del piano terra, quello che corre lungo la facciata laterale verso l'Accademia di Svezia, accoglie sulla parete verso l'interno molti disegni del progetto nelle sue diverse fasi e il plastico finale dell'edificio.
Probabilmente il filo conduttore dell'edificio è l'utilizzo del mattone giallo, realizzato apposta per l'Accademia, che riveste sia le pareti esterne che quelle interne, con l'unica eccezione dell'auditorium in cui i mattoni gialli sono stati riverniciati di bianco creando un effetto molto diverso dagli altri ambienti, anche per il soffitto bianco e geometricamente movimentato dovuto all'inserimento dell'impiantistica necessaria.
La Wegener ci ha guidato all'interno dell'edificio, mostrandoci l'atrio, la stanza del portiere con una feritoia sul muro per il controllo dell'ingresso, il guardaroba e l'auditorium, la biblioteca, la sala comune con la cucina attigua che affacciano sul grande cortile esterno, quello di arrivo della scalinata esterna, e il piccoli patio con gli arredi danesi originali degli anni sessanta.
Gli interventi di ristrutturazione non mancano e l'Accademia ha riaperto i battenti a fine marzo scorso dopo essere stata chiusa per mesi a causa di vari lavori di adeguamento.
E' stato realizato un nuovo sistema di illuminazione più appropriato, studiato appositamente dagli architetti per avere luce diffusa, come si può vedere bene nella biblioteca, un piccolo gioiello con un ballatoio perimetrale, inondato di luce naturale dall'alto alla quale si somma quella artificiale, mai diretta, inserita sotto il ballatoio e nella scala principale in cui la luce che illumina i gradini in mattoni scuri di klinker è inserita sotto il corrimano.
Numerosi altri interventi sono stati realizzati, come la sistemazione di un patio esterno fornito di piante aromatiche a livello della cucina comune, sul lato dell'Accademia di Svezia, il recupero del pianerottolo della scala principale con vetrata che guarda verso Valle Giulia, come saletta di lettura con libreria attrezzata sulla parete interna e il sistema di condizionamento alloggiato nei corridoi principali smontando e poi rimontando i bei controsoffitti in legno originali.
Altri lavori sono previsti per l'estate in arrivo e riguardano la prima rampa della lunga scalinata esterna che sarà rivestita di nuovo in mattoni gialli come in origine.
Il corridoio di servizio del piano terra, quello che corre lungo la facciata laterale verso l'Accademia di Svezia, accoglie sulla parete verso l'interno molti disegni del progetto nelle sue diverse fasi e il plastico finale dell'edificio.
Probabilmente il filo conduttore dell'edificio è l'utilizzo del mattone giallo, realizzato apposta per l'Accademia, che riveste sia le pareti esterne che quelle interne, con l'unica eccezione dell'auditorium in cui i mattoni gialli sono stati riverniciati di bianco creando un effetto molto diverso dagli altri ambienti, anche per il soffitto bianco e geometricamente movimentato dovuto all'inserimento dell'impiantistica necessaria.
Foto di eventi all'auditorium dal sito dell'Accademia |
La Wegener ci ha guidato all'interno dell'edificio, mostrandoci l'atrio, la stanza del portiere con una feritoia sul muro per il controllo dell'ingresso, il guardaroba e l'auditorium, la biblioteca, la sala comune con la cucina attigua che affacciano sul grande cortile esterno, quello di arrivo della scalinata esterna, e il piccoli patio con gli arredi danesi originali degli anni sessanta.
Foto giornate Open House dal sito dell'Accademia |
Gli interventi di ristrutturazione non mancano e l'Accademia ha riaperto i battenti a fine marzo scorso dopo essere stata chiusa per mesi a causa di vari lavori di adeguamento.
E' stato realizato un nuovo sistema di illuminazione più appropriato, studiato appositamente dagli architetti per avere luce diffusa, come si può vedere bene nella biblioteca, un piccolo gioiello con un ballatoio perimetrale, inondato di luce naturale dall'alto alla quale si somma quella artificiale, mai diretta, inserita sotto il ballatoio e nella scala principale in cui la luce che illumina i gradini in mattoni scuri di klinker è inserita sotto il corrimano.
Foto della biblioteca dal sito dell'Accademia |
Numerosi altri interventi sono stati realizzati, come la sistemazione di un patio esterno fornito di piante aromatiche a livello della cucina comune, sul lato dell'Accademia di Svezia, il recupero del pianerottolo della scala principale con vetrata che guarda verso Valle Giulia, come saletta di lettura con libreria attrezzata sulla parete interna e il sistema di condizionamento alloggiato nei corridoi principali smontando e poi rimontando i bei controsoffitti in legno originali.
Foto lavori dal sito dell'Accademia |
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