Via Nomentana
Moderno con pietra |
Via Tripoli
Vetrate |
Si è sempre detto che Roma è prevalentemente una città di palazzine ma non è vero che questo uniforma l'ambiente urbano. Basta osservare il quartiere Trieste per averne la prova, sia dal punto di vista architettonico che abitativo. Proprio questa varietà mi ha spinto a dividere il quartere in due parti: la prima è la zona sud, forse meno densa, fino a piazza Annibaliano, la seconda più intensiva e commerciale fino al fiume Aniene.
Via Mogadiscio
Curve |
L'angolo di questa palazzina che si trova propria sul primo tratto in salita, è ben visibile da via Tripoli e si fa notare per delle forme curve, quasi portoghesiane, che animano un impianto altrimenti rettangolare e piuttosto regolare.
Viale Libia
Angolo aperto |
Questo intensivo che affaccia su piazza Sant'Emerenziana, oltre ad un ordinato minimalismo animato da angoli quasi espressionisti, vanta un paio di motivi di interesse: il primo è di essere stato immortalato negli anni '80 da Thomas Struth, famoso fotografo della scuola di Düsseldorf, il secondo perchè al mattino il telaio di copertura del noto intensivo anni '50 di Ugo Luccichenti che si trova di fronte fa ombra sul suo prospetto.
Intensivo dolce |
Ugo Luccichenti, Intensivo, 1953 |
Via Selci in Sabina
Ho fotografato questa palazzina mesi fa perchè mi aveva colpito molto la bellezza del disegno dei prospetti e della copertura, quasi certo che fosse di un bravo progettista ma che non si sarebbe saputo chi fosse. Invece quando ieri l'ho pubblicata su Instagram e Facebook, mi hanno detto che è di Ugo Luccichenti, risale al 1955 ed era nel programma di Open House del 2016.
Pensiline |
Via Orvinio
Paolo Russo, Villino, 1972
Telaio |
Dettagli |
Via Casperia
Villino con abside |
Costruito prevalentemente tra gli anni '20 e '70 del Novecento, il quartiere presenta linguaggi architettonici diversi, che vanno dall'eclettico al barocchetto e dal razionalismo e post-razionalismo all'organico. Questo villino immerso nel verde e in un'atmosfera quasi suburbana, si trova a due passi dall'arteria commerciale, piena di edifici intensivi, che attraversa il quartiere.
Via Rocca Sinibalda
G.Gandolfi, palazzina, '50-'60 |
Nel
cosiddetto quartiere africano convivono due scale urbane molto diverse a
distanza ravvicinata. Il tracciato di viale Libia-viale Eritrea infatti è più
basso rispetto alle strade parallele, come questa, per cui gli intensivi di 6-7-8-9
piani spesso arrivano alla stessa altezza di villini e palazzine
intorno.
Paolo Russo, Villino, 1957 |
Piazza Palombara Sabina
Apparentemente gemelli |
Trovo piuttosto interessante l'architettura dal sapore moderno di questi due villini collegati attraverso un ponte vetrato, nonostante le numerose superfetazioni che, come in molti altri casi, rendono più difficile apprezzarli.
Via di Tor Fiorenza
Architettura e natura |
Ing. Franco Tamburini/arch. Mauro Archini, Edificio residenziale, Roma 1977.
La superficie esterna è egualmente caratterizzata dal rivestimento in
pannelli di calcestruzzo a rigature scolpite, prefabbricati e fissati
alle strutture.
Stile americano |
Via Mascagni
Scomposizione |
Un'altra scoperta estremamente interessante riguarda il fatto che, nonostante sia considerato a ragione un quartiere borghese, la sua densità abitativa è superiore a quartieri notoriamente più popolari come il Prenestino-Labicano o il Tuscolano ma inferiore al Salario più centrale ma molto più piccolo. | |||||
La matematica della facciata ideale |
Gli edifici moderni più noti del quartiere Trieste oggi sono quelli del Coppedè, dal nome dell'autore di molte delle architetture in stile eclettico-floreale, Gino Coppedè ed è quasi impossibile passare da piazza Mincio senza vedere qualcuno che scatti foto, ma fino a dieci o quindici anni fa non era così famoso.
Nessun commento:
Posta un commento