1 marzo 2013

urbanistica e legislazione regionale


Tempo fa progetti e concorsi aveva lanciato una specie di sondaggio/inchiesta dal titolo emblematico, Progetti nella gabbia della Pa, sui problemi incontrati dai progettisti nei rapporti con la burocrazia e la legislazione piuttosto complessa ed abbondante del nostro Paese.
Anche io avevo lanciato l'allarme burocrazia proprio all'inizio di questa avventura del blog in architetti e burocrazia, sottolineando il fatto che una buona parte del tempo dedicato alla professione viene "sacrificato" nella lettura e interpretazione di leggi, norme e regolamenti che molto spesso, se non si contraddicono esplicitamente, quantomeno sembrano dare letture diverse. 
Molti in questi ultimi tempi di crisi osservano come, a dispetto del calo di lavoro e di produzione generalizzata, il legiferare in Italia continui ad essere un'azione molto in voga, considerando anche che ormai i consigli regionali delle venti regioni italiane sono diventati veri e propri parlamentini.
A conferma di questo viene in soccorso un utilissimo atlante della pianificazione urbanistica regionale, elaborato dall'Università di Firenze e pubblicato dal sole 24 ore. 
La situazione che si è creata è una diretta conseguenza dell'autonomia legislativa che le Regioni hanno acquisito in materia urbanistica prima con le deleghe degli anni '70 e poi con la riforma costituzionale federalista del 2001, di cui si parlava in nuova urbanistica.

Basta una rapida occhiata per rendersi conto della confusione che regna nel settore urbanistico e di quanto possa essere difficile lavorare, dovendo ogni volta studiare normative molto diverse, in cui i piani urbanistici hanno nomi e spesso valenze diverse.

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